Raggiunta l'intesa tra governo e autotrasportatori, ora è allarme dei rincari. Rilevato dal Codacons un aumento dei listini fino al 20-50%
Roma. Superato l'incubo del blocco dei Tir, che in questi giorni aveva creato non poche preoccupazioni, lo scenario che si è presentato non si è rivelato essere dei più rassicuranti. Nonostante il fatto che i distributori di carburante siano tornati a funzionare già da oggi, e la sicurezza che dalla prossima settimana gli scaffali e i banchi si riempiranno nuovamente di tutti i prodotti venuti a mancare, il principale fenomeno verificatosi dopo il superamento del dissidio tra il governo e gli autotrasportatori è stato infatti il ripercuotersi, contro la stessa colettività, dei danni causati dal blocco dei Tir. I cittadini si trovano costretti a far fronte, secondo le stime del Codacons (l'associazione dei consumatori ndr), ad un aumento dei prezzi dei prodotti alimentari fino al 30%. E chi ieri ha comperato ortaggi o frutta, si è trovato a dover sottostare ad un aumento dei listini variabile dal 20 al 50 per cento. Un aumento ingiustificato dei prezzi, insomma, per un aggravio di 20 euro a famiglia. A rendere la situazione ulteriormente negativa, è il rischio che possa arrivare sui banchi o sugli scaffali merce scaduta o dalla qualità compromessa a causa delle ore passate all'interno dei camion bloccati per lo sciopero. A fronte dei danni verificatisi, è lo stesso Codacons ad aver annunciato di voler agire per via legale contro le associazioni degli autotrasportatori. E mentre l'economia in generale tenta di reggere sulle proprie spalle un disastro che ha causato al Paese una perdita pari a un miliardo di euro per ciascuno dei tre giorni di sciopero (si tratta sempre di stime del Codacons), il ministro dei Trasporti Alessandro Bianchi ha annunciato che entro l'anno prossimo partirà un tavolo tecnico di discussione, per mettere a punto una riforma del settore. Perchè, come precisato dalla procura di Roma, che ieri mattina era arrivata a programmare un blitz anti-blocchi nella zona sud di Roma, "non ci sarà una prossima volta". Infine, sempre ad opera della procura, avendo il blocco dei Tir "determinato l'interruzione o comunque il turbamento di servizi pubblici", una trentina di camionisti è finita sul registro degli indagati.
Cosa chiedevano gli autotrasportatori - La protesta, che ha tenuto l'italia con il fiato sospeso per tre giorni, è stata motivata con la denuncia dell'aumento del costo del gasolio, salito del 16 per cento in undici mesi, e dei pedaggi. Tra le altre ragioni, la lotta alla polverizzazione delle imprese, che oggi sono 120 mila, alle quali se ne aggiungono 50 mila iscritte all'albo senza veicoli; e poi la richiesta della regolamentazione dell'orario di lavoro: alcuni autotrasportatori percepiscono 1600 euro al mese lavorando 12 ore di fila, e stanno lontani da casa 20 giorni di seguito. Infine, ma non ultima per importanza, essendo proprio questo il tema che ha registrato l'adesione del 90% dei camionisti, la richiesta di incentivi per i mezzi non inquinanti.

Cosa chiedevano gli autotrasportatori - La protesta, che ha tenuto l'italia con il fiato sospeso per tre giorni, è stata motivata con la denuncia dell'aumento del costo del gasolio, salito del 16 per cento in undici mesi, e dei pedaggi. Tra le altre ragioni, la lotta alla polverizzazione delle imprese, che oggi sono 120 mila, alle quali se ne aggiungono 50 mila iscritte all'albo senza veicoli; e poi la richiesta della regolamentazione dell'orario di lavoro: alcuni autotrasportatori percepiscono 1600 euro al mese lavorando 12 ore di fila, e stanno lontani da casa 20 giorni di seguito. Infine, ma non ultima per importanza, essendo proprio questo il tema che ha registrato l'adesione del 90% dei camionisti, la richiesta di incentivi per i mezzi non inquinanti.
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