La Cassazione conferma la condanna a 16 anni di carcere ad Anna Maria. La difesa: "Non finisce qui". Soddisfatto il Ris di Parma
Roma. Stavolta, la tragica vicenda del delitto di Cogne potrebbe essere davvero arrivata al suo epilogo. Ieri, dopo circa tre ore e mezza di camera di consiglio, la prima sezione penale della Corte di Cassazione ha confermato la condanna a 16 anni di carcere ad Anna Maria Franzoni, accusata dell'omicidio del figlio Samuele di tre anni avvenuto il 30 gennaio 2002, confermando in questo modo la sentenza emessa dalla corte di assise di appello di Torino nell'aprile del 2007. In risposta alla sentenza, la procura generale di Torino si è subito mobilitata, emettendo il provvedimento di esecuzione della condanna, quindi l'ordine di cattura. L'atto è stato firmato dal sostituto procuratore generale Vittorio Corsi, il magistrato che aveva sostenuto l'accusa al processo d'appello. Ad eseguire l'ordine di arresto sono stati poi i carabinieri
della compagnia di Vergato, che lo hanno notificato ad Anna Maria a Ripoli Santa Cristina, sull'Appennino Modenese. La Franzoni è stata portata in una cella della sezione femminile nell'istituto penitenziario Dozza di Bologna. Il verdetto della Cassazione è arrivato dopo che erano state dichiarate infondate anche le due questioni di legittimità costituzionale avanzate dalla difesa. La richiesta presentata dal sostituto procuratore generale della Cassazione Gianfranco Ciani era stata chiara: con "umana sofferenza ma con giuridica certezza" - aveva affermato Ciani - chiedeva di "confermare la condanna a 16 anni di carcere". Adesso il consigliere relatore Emilio Gironi avrà trenta giorni di tempo per depositare le motivazioni del verdetto di Piazza Cavour. Il fronte della difesa: "Non finisce qui" - Amareggiata e addolorata, la difesa tuttavia non
si butta giù. "Speravamo molto in un esito differente ma la battaglia non finisce qui" ha commentato l'avvocato Paolo Chicco, uno dei penalisti difensori della Franzoni. E ha proseguito: "Ci sono ancora strumenti giudiziari che possiamo utilizzare: nel corso del procedimento Cogne-bis sarà possibile intervenire per la ricerca effettiva della verità". Ed è stato un commento carico di dolore anche quello espresso dall'avvocato Carlo Taormina, ex difensore di Anna Maria, che non ha esitato un attimo a denunciare che "se ne va in carcere un' innocente", condannata solo perchè "non si è trovato un altro colpevole".
si butta giù. "Speravamo molto in un esito differente ma la battaglia non finisce qui" ha commentato l'avvocato Paolo Chicco, uno dei penalisti difensori della Franzoni. E ha proseguito: "Ci sono ancora strumenti giudiziari che possiamo utilizzare: nel corso del procedimento Cogne-bis sarà possibile intervenire per la ricerca effettiva della verità". Ed è stato un commento carico di dolore anche quello espresso dall'avvocato Carlo Taormina, ex difensore di Anna Maria, che non ha esitato un attimo a denunciare che "se ne va in carcere un' innocente", condannata solo perchè "non si è trovato un altro colpevole". Il Ris di Parma: "Giustizia è fatta" - Il reparto di investigazioni scientifiche dei carabinieri di Parma, che ha partecipato alle indagini nella baita di Cogne, si è detto soddisfatto dell'epilogo al quale è approdato il caso del delitto del piccolo Samuele. "La sentenza - ha detto infatti il colonnello all'Adnkronos - rende merito al lavoro rigoroso e scrupoloso del Ris di Parma".
L'opinione di Bruno Vespa: "E' stata lei, ma non lo sa" - Bruno Vespa, che ha dedicato
ben 6 anni di puntate del programma Porta a Porta al caso del delitto del piccolo Samuele, pur dimostrando commozione per la triste conclusione di questa vicenda, che ha visto una mamma lasciare due figli piccoli per dover andare in prigione, ha affermato che a suo avviso è stata lei l'autrice dell'omicidio del figlio. Ma ha precisato:" Il problema è in quali condizioni lo ha fatto. Questo resta un grande mistero ed è il motivo per cui la gente si è tanto appassionata alla vicenda. Il caso Cogne è unico al mondo, non ne esiste uno simile. Un’imputata che per anni conferma lucidamente la stessa versione dei fatti. Resterà un caso di scuola e verrà studiato a lungo".
ben 6 anni di puntate del programma Porta a Porta al caso del delitto del piccolo Samuele, pur dimostrando commozione per la triste conclusione di questa vicenda, che ha visto una mamma lasciare due figli piccoli per dover andare in prigione, ha affermato che a suo avviso è stata lei l'autrice dell'omicidio del figlio. Ma ha precisato:" Il problema è in quali condizioni lo ha fatto. Questo resta un grande mistero ed è il motivo per cui la gente si è tanto appassionata alla vicenda. Il caso Cogne è unico al mondo, non ne esiste uno simile. Un’imputata che per anni conferma lucidamente la stessa versione dei fatti. Resterà un caso di scuola e verrà studiato a lungo".Leggi il primo articolo sul delitto di Cogne pubblicato sul Corriere della Sera il 31 gennaio 2002







2 commenti:
15 novembre 2009 alle ore 15:31
necessita di verificare:)
15 novembre 2009 alle ore 15:59
leggere l'intero blog, pretty good
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