
New York. La visita di tre settimane del Dalai Lama negli Usa si concluderà oggi con la cerimonia nel corso della quale il Congresso degli Stati Uniti incoronerà il capo politico e spirituale del Tibet con l'onorificenza più alta che possa ricevere un civile in America, la medaglia d'oro del Congresso, la stessa onorificenza che fu appuntata sul petto di Winston Churchill e Nelson Mandela. Un evento che, seppur organizzato nel massimo riserbo, non poteva passare inosservato. E inutili sono apparse alla Cina le dichiarazioni di uno dei portavoce della Casa Bianca che, in risposta alle accuse di "ingerenza negli affari interni della Cina" mosse dal ministero degli Esteri di Pechino, ha precisato:"Non si tratta assolutamente di ingerenza: il Dalai Lama non è ricevuto come un capo di stato, ma come un leader spirituale". Pechino non accetta spiegazioni, e il portavoce del ministero degli Esteri Liu Jianchao ribadisce con fermezza:"Questo gesto danneggerà seriamente le relazioni tra Cina e Stati Uniti". In effetti, che il Dalai Lama sia stato ricevuto in qualità di leader spirituale del Tibet o di capo dello stato tibetano, poco cambia. E lo dimostrano le parole soddisfatte del portavoce del leader spirituale, Lodi Gyari, che considera l'omaggio del Congresso al Dalai Lama un evento di estrema inportanza, e sicuramente determinante per le sorti future del popolo tibetano. Di certo, l'evento svoltosi in queste settimane, nel corso delle quali George Bush e il Dalai Lama hanno avuto un colloquio privato di trenta minuti, ha assunto l'aspetto di uno schiaffo alla Cina, e richia di dare luogo ad una crisi diplomatica simile a quella esplosa la scorsa settimana con la Turchia, che si è sentita offesa per la definizione di genocidio data al massacro del popolo armeno dal Congresso americano. Di certo, l'attivismo del leader democratico Nancy Pelosi, che si cela dietro a queste scelte, ha colpito ancora.
Nella foto, in alto: l'incontro precedente tra Il Dalai Lama e George Bush, svoltosi il 23 maggio 2001. Di recente il leader del Tibet, premio Nobel per la pace nel 1989, è stato ricevuto in Germania dalla cancelliera Angela Merkel, con il conseguente annullamento dell'incontro tra Cina e diplomatici tedeschi operato per protesta da Pechino. Nel giugno scorso, il premier australiano Horward ha dovuto annullare la visita del Dalai Lama per evitare crisi diplomatiche. Anche il premier Romano Prodi, lo scorso anno, ha preferito fare la stessa scelta.
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