La decisone della S.Sede:"Soprassediamo". Studenti laici in festa. Rammaricato il rettore. Indignati i politici. La Cei:"chiusura culturale"
Roma. Dopo giorni di intense polemiche sulla discussa visita del Papa all'Università degli studi La Sapienza, prevista, su invito del rettore magnifico, per il giorno dell'apertura del nuovo anno accademico giovedì 27 gennaio, è stato lo stesso Benedetto XVI, nella giornata di oggi, a prendere una decisione definitiva su una situazione che rischiava di prendere una brutta piega. Nel tardo pomeriggio, un comunicato della sala stampa vaticana ha annunciato infatti che la visita del Papa è stata annullata, perchè è stato ritenuto opportuno "soprassedere a seguito delle ben note vicende di questi giorni". L'annuncio, in cui si specifica che "il Santo Padre invierà, tuttavia, il previsto intervento", è arrivato inaspettatamente proprio mentre il dibattito incalzava, non accennando a diminuire. Un caso partito da una lettera, firmata da 67 docenti di Fisica e indirizzata al rettore Renato Guarini, in cui la visita di Ratzinger nella facoltà scientifica era stata definita "evento incongruo", ricordando una frase citata dal Pontefice nel 1990, quando era ancora cardinale, che riprendeva un'affermazione del filosofo Paul Feyerabend: il processo contro Galileo fu ragionevole e giusto. Alla lettera dei cervelli della Sapienza, nonostante il continuo tentativo di placare gli animi manifestato dal rettore magnifico, ha fatto seguito, negli scorsi giorni, una protesta degli studenti aderenti ai collettivi di facoltà Rete Autoformazione, con tanto di manifesti nel campus e persino scritte sulla statua della Minerva davanti all'università, che riportavano frasi come:"Fra Giordano è bruciato, Galileo ha abiurato, noi resisteremo contro il Papato". L'ultima presa di posizione degli studenti era stata la decisa occupazione del Rettorato, al termine della quale avevano ottenuto l'autorizzazione alla manifestazione per giovedì 17 gennaio. La notizia dell'annullamento dell'intervento del Papa è giunta intorno alle 17 di questo pomeriggio, mentre gli studenti erano riuniti in un'assemblea dei collettivi, nell'aula di scienze politiche. Un applauso fragoroso, da parte degli studenti del collettivo contrari alla visita del papa, ha accolto la notizia. Gli stessi studenti, a caldo, commentavano:"l'occupazione del Rettorato ha dato i suoi frutti". Altri studenti cattolici, invece, si sono radunati nella cappella della Sapienza, per una veglia di preghiera che proseguirà tutta la notte. Il rettore Renato Guarini, che per tutto il corso del dibattito aveva cercato in ogni modo di risolvere la questione, non ha potuto fare altro che esprimere il proprio rammarico. Il fatto di oggi ha suscitato grande indignazione in tutte le frange politiche e istituzionali. Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha inviato una lettera personale a Benedetto XVI. "Un clima inaccettabile", è stato poi il triste commento da parte del premier Romano Prodi, che ha continuato esprimendo "profondo rammarico per la decisione di Papa Benedetto XVI, esprimendo solidarietà forte e convinta alla Sua persona e rinnovando a Lui l'invito perché possa mantenere il programma originario. Nessuna voce deve tacere nel nostro Paese e a maggior ragione quella del Papa". Il leader della Cdl Silvio Berlusconi denuncia una "ferita che umilia l'università e l'Italia", e ha proseguito definendo quanto accaduto oggi "il segno dell'intolleranza e di un certo fanatismo che nulla hanno di autenticamente laico. L'università italiana e lo Stato non si dimostrano in grado di garantire la libertà di espressione alla massima autorità religiosa". Tutte le personalità politiche, dal ministro dell'Università Fabio Mussi, al presidente del Partito socialista, Enrico Boselli, al segretario di Rifondazione comunista Franco Giordano, al leader Idv Antonio Di Pietro, all'Udeur di Mastella, al segretario di La Destra Francesco Storace, fino al portavoce di Alleanza nazionale, Andrea Ronchi, hanno in generale denunciato la gravità di un evento, che, al di là delle appartenenze ideologiche, ha segnato il mancato rispetto del basilare principio del libero confronto delle idee. La Cei (Conferenza episcopale italiana) ha affermato che "il Papa è oggetto di un gravissimo rifiuto che manifesta intolleranza antidemocratica e chiusura culturale", precisando che "la visita del Santo Padre era una cordiale risposta a un invito espresso dagli organi responsabili dell'università, ma reso inefficace dalla violenza ideologica e rissosa di pochi".

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