New York. A 13 giorni dalle elezioni presidenziali Usa, di fronte al repubblicano McCain evidentemente sempre più in difficoltà, il candidato democratico Barack Obama, ora forte perfino della "benedizione" del più grande e stimato ufficiale e statista afroamericano della storia, Colin Powell, allunga il passo sul rivale. A darne certezza è una rilevazione di Reuters-Zogby, che mostra come il senatore dell'Illinois possa contare attualmente sul 52% delle preferenze, contro il 42% di quelle accordate al republicano. Una distanza di ben 10 punti percentuali che lascia riflettere sull'esito del voto del 4 novembre. In effetti da tre giorni Barack non fa che guadagnare terreno, riuscendo ad acquistare consenso all'interno di ogni blocco di votanti ad eccezione di quelli più ricchi. Un successo che non è casuale. Il candidato afroamericano alla Casa Bianca è infatti riuscito a percepire i reali bisogni dei cittadini americani, impostando la propria campagna elettorale nel segno del cambiamento. Grazie anche ad un'eloquenza e ad un'approccio consensuale in grado di conquistare subito, il senatore dell'Illinois è riuscito a superare senza troppi problemi le divisioni etniche, razziali e generazionali del paese. Il suo appeal post-razziale prima e il bisogno di rimediare alla crisi finanziaria dopo hanno aumentato la fiducia dei cittadini nei suoi confronti. Questione di carattere, insomma. Un carisma che ha portato folle oceaniche ad assistere ai suoi comizi (100.000 persone sotto l'arco di St. Louis, una cifra record in campagna elettorale) e convinto migliaia di persone a effettuare donazioni che nel solo mese di settembre hanno raggiunto la cifra di 150 milioni di dollari. L'ex segretario di Stato, Colin Powell, spiegando le motivazioni che lo hanno spinto a schierarsi a favore di Obama "tradendo" McCain, si è espresso chiaramente: " Sono convinto che in questo momento della storia americana abbiamo bisogno di un presidente che non si limiti a portare avanti le politiche che abbiamo seguito negli ultimi anni, di una figura che rappresenti la trasformazione: è necessario un cambio generazionale". Obama quel cambio, forse, potrebbe portarlo davvero.
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