Gaza. Dodici giorni dopo la messa in atto da parte di Israele dell'operazione militare "Piombo Fuso", un'offensiva che ha causato almeno 702 morti palestinesi (di cui 220 bambini) e 3.100 feriti, sferrata nella Striscia di Gaza per fermare il lancio di razzi da parte del partito integralista islamico Hamas, solo una tregua "umanitaria" di tre ore decisa da Israele per permettere il passaggio degli aiuti umanitari ha ridato momentaneamente fiato alle speranze per un cessate il fuoco duraturo, lo stesso che ora è al centro del piano franco-egiziano allo studio dell'Onu, appoggiato anche dalla Casa Bianca. Piano nei confronti del quale Israele si muove con prudenza, contrariamente all'Autorità nazionale palestinese, che lo ha accolto con favore, che prevede la fine del lancio dei razzi contro Israele da parte di Hamas e la messa in sicurezza della frontiera tra Gaza ed Egitto. Più inaspettata è stata invece la posizione degli Usa, che finora avevano votato no alle misure prensentate in sede Onu, ma che adesso ritengono "urgente un cessate il fuoco duraturo". Che l'unica soluzione a questa

difficile situazione di crisi in Medio Oriente sia una tregua non limitata nel tempo, lo ha dimostrato del resto l'insufficienza della "pausa" di tre ore dei bombardamenti applicata oggi, al termine della quale sono subito seguiti nuovi, terribili scontri tra israeliani e militanti di Hamas. Il lancio di razzi è infatti ripartito dopo le 15, quando le truppe israeliane hanno colpito Ashdod, Ashqelon e Sderot. A lasciare poco spazio alle speranze di un miglioramento della situazione è Gerusalemme, che ha ribadito come sia prematuro parlare di un suo assenso al piano presentato da Francia ed Egitto. Per il momento, Israele ha affermato che non negozierà con Hamas, ma solo con Egitto, Francia e Stati Uniti e si è anche detto pronto ad allargare l'offensiva, che, se la difesa lo stabilirà, entrerà nella sua terza fase e vedrà una spinta più profonda dentro le aree popolate. La partita per arrivare al termine della negoziazione è dunque aperta. Sin dall'inizio della crisi in Medio Oriente, del resto, i pareri dei paesi membri dell'Onu si sono rivelati discordanti. La presidenza ceca di turno dell'Ue vede

l'operazione attuata da Israele come "difensiva e non offensiva". Su un altro fronte si posiziona la Francia, che "condanna l’offensiva terrestre contro Gaza", ritenendola pericolosa in quanto in grado di complicare "gli sforzi intrapresi dalla comunità internazionale" per il raggiungimento della pace. L'ex presidente Usa Bush ha definito "atti di terrorismo" i lanci di missili da parte di Hamas contro Israele, aggiungendo che una delle condizioni necessarie per il cessate il fuoco è l’interruzione delle attività di contrabbando che riforniscono di armi la guerriglia palestinese.
Israele aprirà dei "corridoi umanitari" - Ma il primo risultato tangibile del lungo lavoro diplomatico portato avanti in queste difficili ore da più nazioni è stato l'annuncio, proveniente dall'ufficio del primo ministro israeliano Ehud Olmert, che Israele non impedirà l'apertura dei "corridoi umanitari" verso la Striscia di Gaza, in aiuto alla popolazione del luogo. Un primo passo che lascia trapelare spiragli per la pace.
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