Roma. Si è svolto ieri, in un clima estremamente teso, l'ultimo dibattito a Palazzo Madama sull'affaire Visco-Guardia di Finanza. Anche questa volta la maggioranza, forte della risicata differenza di voti, è riuscita a cavarsela, respingendo la mozione di sfiducia e i due ordini del giorno presentati dall'opposizione, che chiedeva la revoca permanente delle deleghe sulla Guardia di Finanza affidate al vice ministro dell'economia Vincenzo Visco e lo invitava a rassegnare le dimissioni. I 156 voti voti favorevoli contro i 157 contrari, oltre al voto non espresso dal senatore Giulio Andreotti che ha deciso di astenersi, hanno sancito l'ennesima disfatta di un centrodestra che cerca costantemente di assestare la spallata decisiva al governo Prodi. Per il risultato di ieri, sono stati senza dubbio determinanti i voti espressi contro la mozione da Emilio Colombo e Rita Levi Montalcini. Bocciato con la stessa differenza di voti l'ordine del giorno presentato dall'esponente del Carroccio Roberto Calderoli, che chiedeva la censura, da parte del governo, nei confronti del vice ministro dell'economia, criticato per aver espresso, lo scorso 7 settembre, un giudizio offensivo sulla regione Veneto, affermando che "in Veneto l'antistatalismo è consustanziale con la cultura media dei cittadini della regione". La capogruppo dell'Ulivo al Senato Anna Finocchiaro, infine, ha espresso piena soddisfazione riguardo al non riuscito tentativo di spallata operato dal centrodestra.
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