
"LA COSA CHE SENTO da quando sono nato, da quando è nato il mondo, e che credo ci sarà fino alla fine del mondo, è il desiderio delle persone di sentire raccontare le storie”. E’ avvenuto nel segno di un tributo alla poesia e, in generale, alle radici italiane, il ritorno in tv del celebre comico toscano Roberto Benigni, che questa sera alle 21,10 su Raiuno, negli studi cinematografici di Papigno, si è lanciato in un monologo, “IL V dell’Inferno”, che ha spaziato dai temi più scottanti dell’attualità fino alla Divina Commedia, della quale ha scelto di analizzare e poi decantare a mente il V Canto dell’Inferno. Ed è stato un grande successo, a giudicare dall’entusiasmo del pubblico presente in studio, il cui applauso ha ricordato il successo riscosso dallo show “L’Ultimo del Paradiso”, che nel dicembre 2002 fu seguito da 13 milioni di telespettatori. La scelta di decantare il celebre Canto dei lussuriosi è stata dettata dalla volontà di trattare un tema sempre attuale, in modo da vedere “gli enormi passi avanti fatti dall’Umanità” su questo tema. Già prima del debutto, il comico toscano aveva preannunciato i punti che avrebbe trattato nel proprio show attraverso una lettera agli italiani e uno spot pubblicitario:”Staremo un paio d’ore insieme a parlare del regalo piu' bello che ci e' cascato addosso. Dobbiamo capire cos'e' l'amore. Ne tracceremo la storia. Dal primo libro della Genesi, all'ultimo libro di Bruno Vespa, dalla lettera di pace di San Paolo ai Corinzi: 'per quante cose io assuma in mio conto se non ho l'amore io non sono nulla'". E ancora:"Dalla lettera di scuse di Berlusconi a sua moglie - 'E dai Vero', stai buona, so' bagattelle' - alla rottura della Pace tra Greci e Troiani secondo Omero – 'Causa ne fu la Divina femminilita' di una Donna' -, fino alla recente rottura della pace tra An e Forza Italia secondo Vittorio Feltri: 'La causa e' una sola, problemi di gnocca'-". E quanto detto in anteprima è stato trattato sotto tutti i punti di vista nella diretta di questa sera, in un applaudito monologo in cui Benigni ha saputo scandagliare mirabilmente le infinite sfaccettature del motore del mondo, l’amore, “dalla libidine sfrenata alla totale repressione”, riuscendo allo stesso tempo a mantenere ancorato il proprio pensiero alla realtà concreta, che ha per protagonista un’Italia dalle radici gloriose ma attanagliata da una crisi dei valori, che scaturisce dagli errori della politica e dai problemi economici e sociali. E non a caso, prima di cimentarsi a decantare i versi danteschi, Benigni si è lanciato in una satira accesa contro i protagonisti della politica italiana, immaginando per esempio che l’attuale ministro dell’economia, Padoa-Schioppa, da giovane fosse un “bamboccione”, con una passione accesa per il pagamento delle tasse. Nessun politico è stato risparimiato, da Berlusconi a Prodi, a Mastella, a D’Alema, fino a Storace e Buttiglione. Per riallacciarsi poi al tema principale, la passione amorosa, vista attarverso un percorso che va da “tutti i più grandi maialoni dell’antichità” fino “ai maialoni di oggi”. E Benigni diventa quasi un medium, che permette al poeta Dante Alighieri di parlarci da vicino. La vicenda dei lussuriosi Paolo e Francesca, che si innamorarono nonostante fossero cognati, e furono uccisi dal furibondo marito di Francesca, non ha nulla di “antico”. E gli italiani, questa sera, grazie al grande Benigni, forse hanno davvero provato commozione nei confronti di una passione sfrenata, che si è trasformata in peccato mortale. “Mi sembra di aver capito che questo libro vi piace. Cercherò di farvi gli auguri di Natale e Buon anno attarverso questo percorso. Vi voglio bene, grazie per tutto l’affetto del mondo”, ha concluso Benigni, lasciando lo studio tra il delirio dei telespettatori e di tutti gli italiani che lo hanno seguito da casa.
1 commenti:
30 novembre 2007 alle ore 18:12
ci linkiamo a vicenda?
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