Storica svolta per la moratoria sulla pena capitale, con 99 voti favorevoli, 52 contrari e 33 astenuti. E gli Usa fermano il boia in Florida
New York. Una svolta storica. E' un risultato importante, quello rappresentato dal voto della terza commissione delle Nazioni Unite svoltosi due giorni fa, che segna di fatto, nella travagliata storia della pena capitale, la vittoria dei paesi abolizionisti, con l'approvazione di una moratoria sulle esecuzioni. Sono stati ben 99 i voti favorevoli, contro i 52 contrari e i 33 astenuti. Si tratta certamente del primo passo, dato che a dicembre spetterà all'Assemblea generale vagliare la risoluzione finale, ma l'entusiasmo dei vincitori di una battaglia che, a fronte di un immobilismo decennale, appariva ormai da anni una causa persa, è stato davvero tanto. "Un successo per l'Italia" è stato il commento del ministro degli esteri Massimo D'Alema, al quale ha fatto eco la soddisfazione espressa dal premier Romano Prodi. E il ministro del Commercio estero Emma Bonino, politico italiano che ha rappresentato un personaggio chiave nella battaglia di civiltà condotta dal nostro Paese, ha affermato che l'importanza del risultato raggiunto farà sì che "l'Italia sarà ricordata nella storia". In effetti è impossibile sottovalutare la portata del risultato emerso dal voto svoltosi al Palazzo di vetro, visto che gli abolizionisti lottavano da anni contro una coalizione a favore della pena capitale estremamente compatta, composta da Stati Uniti, Cina, Pakistan, Iran e i maggiori paesi arabi. Un'opposizione che non a caso ha esercitato una forte pressione contro l'approvazione della moratoria, presentando ben 14 emendamenti, il più importante dei quali proclamava il principio secondo cui ogni stato ha diritto al rispetto del suo "dominio riservato", permettendosi quindi di decidere sulla punizione dei proprio criminali. Paesi come l'Algeria hanno senz'altro contribuito in maniera rilevante a bloccare il passo a questi emendamenti, mostrando una frattura anche all'interno della coalizione apparentemente inespugnabile dei paesi arabi. Una grande vittoria ideologica, dunque, sebbene la risoluzione giuridicamente non è vincolante, nel senso che non impone alcun obbligo di rispetto ai paesi, se non dopo la conferma della risoluzione ad opera dell'Assemblea a dicembre. All'evento di due giorni fa si è unita in concomitanza la sospensione in extremis, avvenuta in Florida, dell'esecuzione di Dean Schwab, condannato a morte nel 1991. L'esecuzione del detenuto è stata sospesa in attesa di decidere sulla costituzionalità dell'iniezione letale.
1 commenti:
26 novembre 2007 alle ore 23:56
ciao dani!
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