Genova. I bollettini meteorologici, per la vigilia delle feste pasquali, non segnalavano nulla di buono, riportando venti da libeccio in grado di sfiorare quota cento chilometri orari al largo delle coste liguri. Era stata quasi preannunciata, la mareggiata abbattutasi nella notte tra venerdì e sabato sulla riviera ligure di levante, una tra le più violente degli ultimi 50 anni, responsabile della tragica morte del 70enne Tino Barbera, titolare della discoteca "Schooner" di Sestri Levante e personaggio noto nei locali notturni, ucciso da un'ondata alta quattro-cinque metri, che con la sua violenza distruttiva sarebbe riuscita a superare la diga foranea a protezione del porto, abbattendosi sul locale, che era chiuso. Secondo la riscostruzione dei carabinieri e dei vigili del fuoco, accorsi sul posto dopo che un nipote della vittima avrebbe rinvenuto il corpo esamine di Barbera verso mezzanotte, Tino, proprio per mettere le attrezzature della discoteca al riparo dall'imminente mareggiata, sarebbe entrato nel proprio locale. A quel punto, mentre si trovava nella pista da ballo, una gigantesca ondata avrebbe spazzato la diga, abbattendo qualunque ostacolo incontrasse nel suo cammino e sommergento l'intero stabile. Barbera sarebbe morto sul colpo dopo essere stato colpito alla testa da una trave di legno divelta dall'ondata.
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