Milano. La corsa del prezzo del petrolio non accenna a diminuire, e se il record registrato
lo scorso 28 febbraio, quando il greggio aveva sfondato quota 100 dollari al barile, sembrava già inverosimile, adesso il nuovo record di 118,05 dollari registrato a New York, rende giustificabile qualunque allarmismo. A pesare sull'impennata del prezzo del greggio sono stati senz'altro gli attacchi sferrati lunedì alle istallazioni produttive in Nigeria, che hanno compromesso le forniture del principale produttore dell'Africa continentale. A fronte di una simile situazione, L'Associazione Internazionale dell'Energia ha sottolineato i rischi derivanti da una inarrestabile corsa del prezzo del greggio, affermando che "quotazioni alte possono portare alla recessione". Nobuo Tanaka, presidente dell'associazione, ha affermato che gli alti prezzi del petrolio possono portare "alla recessione su scala globale", ribadendo, nella giornata di oggi, che la corsa del petrolio "può pesare sulla domanda". L'Opec ha annunciato che aumenterà la produzione di cinque milioni di barili al giorno entro il 2012. Il segretario generale dell'Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio, Abdullah Salem El-Badri, ha inoltre reso noto che è nelle intenzioni dell'organizzazione un aumento della produzione di nove milioni di barili al giorno entro il 2020.
E benzina e gasolio battono i record - L'aumento del prezzo del petrolio non poteva non avere drastiche ripercussioni sui prezzi di benzina e gasolio. La prima raggiunge gli 1,413 euro al litro, mentre il gasolio sfiora quota 1,4 euro al litro. Di fronte a simili massimi storici, lo sconto fiscale attualmente in vigore non può far sentire la propria influenza.
Ancora euro in vantaggio sul dollaro - Non si arresta nemmeno la corsa dell'euro, sempre più in vantaggio sul dollaro. La moneta europea ha superato il biglietto verde con un ampio margine, toccando quota 1,60. Sull'attuale posizione dell'euro hanno sicuramente pesato le dichiarazioni di alcuni esponenti del consiglio direttivo della Bce, che non escludono nuovi aumenti dei tassi europei. Del resto è indubbio che la Bce ormai da mesi sta tentando di riuscire nell'operazione di rialzare i tassi per frenare l'inflazione, riportandola a livelli tollerabili.
1 commenti:
5 novembre 2009 alle ore 06:47
La ringrazio per intiresnuyu iformatsiyu
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