Roma. E' stato celebrato per la prima volta, oggi al Quirinale, il "Giorno della memoria", istituito con la legge n. 56 del 4 maggio 2007, dedicato al ricordo di "tutte le vittime del terrorismo, interno e internazionale, e delle stragi di tale matrice". La data scelta, il 9 maggio, è quella in cui quest'anno ricorre il trentesimo anniversario dell'omicidio di Aldo Moro, presidente della Democrazia Cristiana, rapito e ucciso dalle Brigate Rosse. Lo statista era stato preso in ostaggio dal commando di brigatisti il 16 marzo 1978, il giorno in cui Giulio Andreotti avrebbe presentato il nuovo governo. L'auto sulla quale viaggiava il presidente Dc insieme alla scorta venne bloccata in via Fani dalle Brigate Rosse, che uccisero i membri della scorta e sequestrarono Moro. Dopo 55 giorni di prigionia nel covo di via Montalcini, il 9 maggio 1978 la polizia trovò il corpo esanime di Aldo Moro in una Renault 4 in via Caetani a Roma, simbolicamente in prossimità delle sedi del Pci e della Dc. Nel giorno del ricordo delle vittime del terrorismo, prima di dare inzio alle celebrazioni, Napolitano ha depositato una corona di fiori davanti alla lapide che ricorda l'omicidio dello statista. Il presidente della Repubblica ha poi lanciato un messaggio carico di commozione, quello di "inchinarci con rispetto di fronte alla tragedia, al suo tormento umanissimo. Fu la tragedia non soltanto di un uomo, ma di un Paese". E ha ricordato i motivi che senz'altro mossero i terroristi verso il crudele obiettivo di rapire e uccidere l'ex presidente del Consiglio: "In Aldo Moro i terroristi individuarono il nemico più consapevole, che più di chiunque aveva colto, già nel 1968, quel che si muoveva e fremeva nella società". Gli atti commessi dai brigatisti - ha proseguito Napolitano - sono tanto ingiustificabili che "gli ex terroristi che hanno avuto benefici carcerari non devono cercare tribune per giustificare i loro atti di violenza. Non dovrebbero esserci tribune per simili figuri. Spesso il rispetto della memoria purtroppo è mancato proprio da parte di responsabili delle azioni terroristiche". Inevitabile, infine, la critica alla "reviviscenza dell'ideologia comunista e neonazista", della cui presenza, proprio in questi giorni purtroppo, è stata data prova concreta. Il discorso del Capo dello Stato, interrotto più volte per via della commozione, è stato preceduto dalla lettura di alcuni testi di Aldo Moro da parte dell'attore Arnoldo Foà, e seguito da una Sonata di Brahms per pianoforte e violino, eseguita dal maestro Salvatore Accardo.
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