Bruxelles. La Commissione europea aveva già annunciato la propria decisione di voler deferire il nostro Paese alla Corte di Giustizia del Lussemburgo, a causa dell'inadempienza mostrata per una corretta e definitiva soluzione dell'emergenza rifiuti che attanaglia Napoli e Campania, oltre alla presenza di una situazione simile anche nel Lazio. Adesso, la decisione alla quale è arrivata la stessa Commissione Ue nella giornata di martedì 6 maggio, porterà lo Stato italiano ad essere sottoposto al giudizio della corte, rischiando ingenti sanzioni. Le parole espresse dalla commissione sono perentorie:" Nonostante progressi siano stati fatti per migliorare il sistema, non ci sono certezze sui tempi né sul fatto che il problema sarà risolto con le misure prese fino ad ora". Una decisione dura, ma motivata dalla pericolosità della situazione, come spiega il commissario Ue all'Ambiente Stavros Dimas: Le montagne di rifiuti non raccolti accumulatisi per le strade della Campania illustrano emblematicamente le minacce per l'ambiente e per la salute umana risultanti da una gestione inadeguata dei rifiuti. Occorre che l'Italia dia priorità all'elaborazione di piani efficienti di gestione dei rifiuti in Campania e nel Lazio, nonchè alla realizzazione delle infrastrutture di raccolta e di trattamento necessarie per attuarli correttamente". Il rischio che Roma riceva sanzioni per quanto si sta verificando è indubbiamente alto. L'unica soluzione sarebbe l'adozione immediata di un piano conforme alle normative comunitarie, cosa che lo Stato italiano, almeno per il momento, non ha comunicato di voler realizzare. La Corte di Giustizia europea aveva già condannato in primo grado Roma, nel giugno del 2007, proprio per non aver adottato nel Lazio un adeguato piano per lo smaltimento dei rifiuti pericolosi. Un'inadempienza che la commissione europea ha adesso provveduto a ribadire con un comunicato ("Warning Letter") che sarà racapitato a Roma, secondo quanto stabilito dall'Esecutivo comunitario. In ogni caso, la procedura destinata ad aprirsi alla Corte del Lussemburgo sarà lunga, prima di approdare a un verdetto che condanni o scagioni l'Italia ci vorranno alcuni mesi e, se il verdetto sarà negativo, sarà avviata una seconda procedura, con nuove messe in mora da parte della Commissione, alle quali l'Italia potrà rispondere, riuscendo possibilmente ad eliminare lo spettro di una condanna definitiva, di certo non poco influente per le tasche del Paese.
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