Mosca. "Dopo che l’Occidente ha riconosciuto l’indipendenza del Kosovo, come avrebbe potuto la Russia dire no alle aspirazioni d’indipendenza dell’Abkhazia e dell’Ossezia del sud, considerato anche l’attacco che stavano subendo dalla Georgia?", così si è espresso al Financial Times il presidente russo Dmitri Medvedev in merito alla crisi del Caucaso, ribadendo la legittimità dell'intervento di Mosca a favore del riconoscimento dell'indipendenza dalla Georgia delle due repubbliche indipendentiste dell'Ossezia del sud e dell'Abkhazia. Il capo del Cremlino motiva l'intervento russo mostrando il parallelismo con la situazione kosovara, risoltasi con la dichiarazione di indipendenza del Kosovo dalla Serbia lo scorso febbraio, ottenuta grazie all'importante appoggio dell'Occidente. Una dichiarazione di indipendenza che Medvedev considera "illegale". E ha proseguito: "Noi abbiamo argomentato a ragione che sarebbe stato impossibile, dopo tutto quel che era accaduto, dire agli abkazi e agli osseti (e a decine di altri gruppi nel mondo) che quel che era giusto per gli albanesi kosovari non lo era per loro. Nelle relazioni internazionali non si possono avere delle regole per alcuni e regole diverse per altri". Il capo del Cremlino ha inoltre affermato che Mosca ha tentato di persuadere il governo georgiano a firmare un accordo che impedisse l'uso della forza, ottenendo una risposta negativa. Una rivelazione che Medvedev tiene a sottolineare perché mostra una Russia costretta ad intervenire a fronte del rifiuto di agire diplomaticamente dimostrato dal presidente georgiano Mikhail Saakashvili. Ha infatti concluso:" Non è stata una guerra che abbiamo scelto. Non abbiamo piani per il territorio georgiano. Le nostre truppe sono entrate in Georgia per distruggere le basi da cui era stato lanciato l’attacco".
La Francia teme "altri obiettivi" russi - Sono parole dense di preoccupazione, quelle espresse dal ministro degli esteri francese Bernard Kouchner, che, a fronte di una "situazione pericolosa", teme che la Russia punti verso "altri obiettivi", come la Crimea, l'Ucraina, la Moldavia. Il ministro francese ha affermato che "la Russia è fuori dalla legalità internazionale, e questa non è solo l’opinione dell’Unione Europea". Intanto, nel corso del vertice previsto per il prossimo lunedì, i ventisette capi di Stato potrebbero prendere una decisione determinante.
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