Washington. Dall'atteso summit sulla crisi economica tenuto dai capi di Stato e di governo dei 20 paesi più grandi del mondo sono emerse le coordinate di una strategia decisa e chiara, che permetterà di "ristabilire la fiducia" necessaria per la ripresa dei mercati. I venti grandi si sono accordati sulla stesura di "una lista iniziale delle specifiche misure da prendere, incluse le azioni prioritarie". Il tutto con lo scopo di mettere a punto al più presto "un piano d'azione concreto e preciso" con scadenza al 31 marzo 2009. Nel corso dell'importante incontro è stata ribadita la fiducia nei principi del libero mercato, sottolineando la necessità di evitare il protezionismo. Un tema caldo quest'ultimo, che non ha mancato di alzare la tensione. Il secco no al protezionismo
espresso dal premier britannico Gordon Brown (nella foto), che lo considera la "strada per la rovina" e non ci ha pensato due volte a rivolgere un'aspra critica contro l'ipotesi di mettere a punto un piano di salvataggio per i colossi automobilistici, ha infatti incontrato l'opposizione del neo presidente Usa Barack Obama, che ha in programma un pacchetto di aiuti da 25 miliardi di dollari per i produttori di autovetture. Tensione culminata con la minaccia, da parte di Brown, di un'azione dell'Ue contro gli Usa davanti all'Organizzazione mondiale del commercio (Wto), nel caso in cui la Commissione europea giudicasse illegali eventuali aiuti alle industrie automobilistiche. Ad ogni modo, l'obiettivo fondamentale sul quale hanno convenuto i rappresentanti dei venti paesi è il rafforzamento del sistema finanziario globale, che si dovrebbe ottenere attraverso una maggiore cooperazione tra gli Stati. Il comunicato elenca con chiarezza le strategie da applicare per perseguire gli auspicati obiettivi: "Per il rilancio della crescita dovremo continuare nei nostri sforzi e assumere le azioni necessarie per stabilizzare il sistema finanziario; riconoscere l'importanza del sostegno che può arrivare dalle politiche economiche e fiscali; utilizzare misure fiscali per stimolare la domanda nazionale; aiutare i paesi emergenti e in via di sviluppo e in questo contesto il ruolo del Fmi è importante; assicurare che Fmi e Banca Mondiale abbiano le risorse sufficienti; incoraggiare la Banca Mondiale e le altre banche dedite allo sviluppo a utilizzare tutta la propria capacità per sostenere l'agenda dello sviluppo" (da Corriere.it). Un punto importante, al quale i venti grandi sono approdati, riguarda l'impegno per accrescere la rappresentatività dei paesi in via di sviluppo nel Fondo Monetario Internazionale (Fmi) e nella Banca Mondiale, obiettivo che sarà perseguito attraverso un'attenta revisione degli accordi di Bretton Woods. E' previsto un nuovo incontro entro il 30 aprile a Londra per verificare gli esiti di quanto deciso.

Berlusconi: l'Italia non è in ritardo - Il premier Silvio Berlusconi, commentando soddisfatto l'esito di quello che egli stesso ha definito "il primo vertice sulla politica economica globale della storia", ha affermato che il nostro Paese, contrariamente a quanto affermato dalla
sinistra, non è in ritardo, anzi, "noi abbiamo anticipato la finanziaria a luglio proiettandola in tre anni - ha affermato il Cavaliere - con l'intuizione che sarebbe arrivata la crisi". E ha concluso: "Abbiamo avviato delle importanti riforme strutturali e stiamo preparando un piano articolato ed equilibrato per un ampliamento della domanda di decine di miliardi di euro". Nel corso della stessa conferenza stampa in cui ha parlato il premier, il ministro del Tesoro Giulio Tremonti (nella foto) ha annunciato che il governo ha stabilito "un piano di interventi pari a 80 miliardi di euro: si tratta di un piano anti-crisi in linea con l'Unione Europea. Del resto nessun Paese è ancora intervenuto, tranne per quanto riguarda le banche ma noi non ne avevamo bisogno". Il ministro ha precisato che "si tratta di misure secondo la media europea e coerenti con i nostri conti pubblici".

1 commenti:
17 novembre 2008 alle ore 09:52
questa crisi è molto seria..
gia siamo in recessione, e a breve si trasformerà in crisi reale.
è un periodo molto difficile per tutto il mondo, bene per aiuti alle famiglie.
speriamo..
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