Obama trionfa su McCain, strappandogli 9 Stati. Ottenuta maggioranza alla Camera e in parte al Senato. "Il cambiamento è arrivato"
Washington. In pieno clima di election day, si sa, bisogna stare attenti alle voci di corridoio che potrebbero dare in vantaggio un candidato sull'altro indifferentemente e spesso senza spiegazione logica. Sono voci indiscrete chiamate exit poll, cioé sondaggi effettuati all'uscita dai seggi elettorali, dunque influenzabili da un margine di errore elevatissimo. Ma, quando alle 5 di questa mattina (ora italiana), la Cnn ha comunicato il risultato delle elezioni presidenziali Usa 2008, si è capito che si trattava di dati ufficiali. Barack Obama ha stravinto su John McCain. Gli Usa hanno deciso che il loro 44mo presidente sarà il loro primo leader di colore, il primo figlio di un africano, il giovane sbarazzino che ha incentrato la propria campagna elettorale nel segno del cambamento, dello strappo dalla politica del repubblicano George W. Bush, quella stessa politca dalla quale forse il candidato McCain non ha saputo prendere le distanze a un punto tale da essere scelto dai cittadini americani. Sulla vittoria di Obama si è detto che è possibile apostrofarla come landslide, dato che il democratico è riuscito ad accaparrarsi i voti degli stati di Est e Ovest, strappandone ben 9 ai repubblicani. Solo in quattro stati chiave (Indiana, Virginia, Nord Carolina e Florida) si è potuto parlare di testa a testa. Lo stato in cui si è verificata la svolta a favore di Barack è stato l'Ohio, lo stesso paese che fu decisivo nel 2004 per la vittoria di
Bush, dove i determinanti 20 voti elettorali sono andati al candidato afroamericano. Poi è stata la volta di Iowa e New Mexico. Ma la vittoria definitiva di Obama è stata sancita dai voti in Virginia, quando i repubblicani si sono dovuti rassegnare di fronte al successo del democratico. Non solo, Barack si è aggiudicato anche gli storici stati di colore politico rosso, come Florida, Colorado, Nord Carolina e Indiana. Superando la soglia di 270 voti, il democratico non ha avuto più ostacoli sulla strada verso la Casa Bianca e Washington.

Barack Obama: è arrivato il cambiamento - Il nuovo presidente, più che soddisfatto del proprio successo, ha parlato sul palco del Grant Park a Chicago, affermando che "il cambiamento è arrivato". "Se avevate dubbi sulla nostra democrazia, oggi avete avuto la vostra risposta", sono state le prime parole del democratico, che ha ringraziato la propria famiglia, il suo vice presidente Joe Biden, e ha reso omaggio allo sconfitto, John McCain, con il quale "lavorerà per rinnovare il Paese". Ed è stato chiaro e fermo nei suoi propositi: "Ora dobbiamo affrontare i peggiori pericoli della nostra storia: la crisi economica, la lotta al terrorismo. Vi chiederò di aiutarmi di ricostruire questa nazione: mattone su mattone. Sarò sempre onesto con voi: vi ascolterò, anche se la penseremo diversamente. Il cammino davanti a noi sarà duro e ci sarà bisogno di stare uniti".
E le due camere vanno ai democratici - Forte di ben 380 delegati (per aggiudicarsi la Casa Bianca ne erano necessari 270) Obama ha davvero ottenuto una vittoria travolgente, lasciandosi alle spalle un McCain che ha conquistato 156 delegati. I democratici governeranno contemporaneamente la Camera, il Senato e la Casa Bianca. Il partito di Obama è infatti riuscito ad assumere una solida maggioranza alla Camera (260 deputati) e ad occupare un terzo del Senato, che non è stato strappato del tutto ai repubblicani per la mancanza di 9 voti, necessari al raggiungimento della "quota 60".
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