Spiga
CronacaNet.com - di Corrado Cancemi
CronacaNet.com - di Corrado Cancemi

Crisi di governo, Napolitano incarica Franco Marini

Roma. Terminati i colloqui con i leader dei gruppi politici e con i presidenti emeriti della Repubblica Cossiga, Scalfaro e Ciampi, e chiuso il periodo di riflessione su una situazione "frammentata e complessa", il capo dello Stato Giorgio Napolitano ha pronunciato oggi la propria decisione: riporre nelle mani del presidente del Senato Franco Marini (nella foto) un "incarico finalizzato", per verificare se sussistono le possibilità di consenso per una riforma della legge elettorale e di un governo che si occupi di essa. La scelta di puntare sulla riforma della legge elettorale è stata ampiamente motivata dal presidente Napolitano nel corso del suo intervento. In particolare, il capo dello Stato ha sottolineato come "la crisi della maggioranza di governo è avvenuta dopo che in parlamento si erano aperti spiragli di dialogo per una riforma elettorale e per importanti riforme istituzionali". Inoltre, a favorire la spinta verso la scelta di privilegiare la riforma della legge elettorale è stata la Corte Costuzionale, che ha dichiarato ammissibile una richiesta di referendum. Da parte sua, il presidente del Senato Marini ha accolto il mandato, definendolo "un impegno gravoso", e ha precisato:"So che nelle attese dei nostri cittadini c'è un'attenzione forte alla modifica della legge elettorale. I tempi sono stretti, cercherò di trovare un punto di equilibrio tra le diverse esigenze. Impegnerò in questo compito tutta la mia determinazione". Di fronte all'affidamento del mandato alla seconda carica istituzionale dello Stato , la posizione del centrodestra è nettamente opposta:"A Marini chiederemo di andare subito al voto, non c'è bisogno di cambiare adesso la legge elettorale", ha affermato il leader di Fi Silvio Berlusconi. Ieri, in serata, gli ha fatto eco il leader Udc Pier Ferdinando Casini, che, a chi gli rimproverava una precedente posizione favorevole a un governo istituzionale, ha risposto decisamente:"Nessun italiano serio può pensare che io possa sostenere un governo con Rifondazione comunista, con Bertinotti e Pecoraro Scanio". In quanto all'affidamento del mandato a Marini, Il leader centrista non è scettico come il Cavaliere, e si limita a parlare di "missione difficile, ma di impossibile in assoluto non c'è nulla. Però i margini si sono assottigliati". Centrodestra condito in salsa piccante quando si aggiungono le dichiarazioni poco diplomatiche della Lega, con il senatur che tuona:"è il momento di dire basta ai giochi di prestigio". Il leader di An, Gianfranco Fini, giustifica la decisone del capo dello Stato affermando che "sciogliere le Camere è sempre traumatico", ma si dice certo del fallimento della missione di Marini. Se dai sindacati - con il segretario della Csl Raffaele Bonanni in testa - arriva un attestato di stima nei riguardi del presidente del Senato, elogiato anche dal numero uno di Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo, che lo ha definito "una persona capace, con senso del bene comune e del lavorare insieme", nel centrosinistra il consenso non è invece unanime. Il Partito democratico ha accolto la decisione di Napolitano come un favore, come sottolineato dalla capogruppo al Senato Anna Finocchiaro, che ribadisce come una delle soluzioni auspicate dal segretario del Pd Walter Veltroni fosse stata proprio quella di formare un governo che facesse almeno la legge elettorale. Soddisfatta anche Rifondazione Comunista. E' uno no a compromessi con "governi che cambino la maggioranze uscita dalle urne", quello espresso invece dal leader del PdCi Oliviero Diliberto, che ha precisato:"Rispetto a qualunque intesa pasticciata meglio votare". Sulla stessa linea l'Italia dei valori, fino ad arrivare alle chiare parole, non suscettibili di fraintendimenti, del leader dei radicali Marco Pannella:"Urlando 'al voto al voto' si minchiona l'Italia".

Continua a leggere...

Senato, negata la fiducia a Prodi, cade il governo

Roma. Prima le dimissioni dell'ex ministro Clemente Mastella, poi l'annuncio del ritiro dell'Udeur dalla maggioranza. Questa volta, nonostante precedenti che avevano avuto esiti non fatali, la crisi del governo Prodi incombeva più che in passato, e tutti erano coscienti che si respirava una brutta aria. Era un premier dubbioso, quello che tra speranze, timori e la consapevolezza di dover trovare la strategia più adeguata nel più breve tempo possibile, oggi aveva deciso di giocare la sua ultima carta, in alternativa all'immediato annuncio delle dimissioni: chiedere la fiducia in Senato. Ma, dopo un'estenuante giornata, iniziata con un intervento di Romano Prodi in Aula alle 15 di questo pomeriggio, e terminata con la dichiarazione di voto, la fiducia è stata negata e il governo è crollato, con 161 no, 156 sì, un astenuto (il senatore Scalera) e tre assenti (Andreotti, Pallaro e Pininfarina). Si è infranto così, a Palazzo Madama, il sogno del Professore, che proprio ieri, deciso a non salire al Quirinale a rassegnare le dimissioni, aveva incassato la fiducia alla Camera, con 326 sì contro 275 no. Un risultato, quello di oggi, che tuttavia sotto certi aspetti era prevedibile. I senatori del centrodestra, infatti, hanno confermato quanto annunciato prima della dichiarazione di voto, scegliendo di negare la fiducia a Prodi. Domenico Fisichella, ex An ora militante tra le fila della Margherita, ha espresso un voto contrario, dopo che in precedenza aveva annunciato che si sarebbe astenuto. Lo stesso leader dei Liberaldemocratici Lamberto Dini, che ha votato no, e il compagno Giuseppe Scalera, che si è astenuto, avevano pecedentemente annunciato la volontà di non appoggiare Prodi. Alle 21 di questa sera, Romano Prodi è salito sul Colle per rimettere il mandato nelle mani del capo dello Stato Giorgio Napolitano, che le ha accolte senza replicare. Era stato lo stesso presidente della Repubblica, oltre al segretario del Pd Walter Veltroni, a consigliare nei giorni scorsi al premier di evitare il voto, e preferire piuttosto la via delle dimissioni prima di una possibile bocciatura. L'ultima accesa seduta, in cui Prodi ha preso la parola da presidente del Consiglio, si è aperta oggi con un intervento con il quale il premier ha chiesto ai senatori di esprimere un voto "motivato", ribadendo la necessità che tale voto fosse "esplicito", nel rispetto della Costituzione, e promettendo riforme istituzionali e una revisione della squadra di governo, in modo da "rafforzare le sue capacità decisionali, snellire le sue procedure, migliorare la sua resa, forse ridefinire le sue strutture e la sua composizione". Lo stesso Prodi, prima delle dichiarazioni di voto, si era definito "coerente e non testardo" in merito alla sua scelta di essere in aula a confrontarsi con i senatori per verificare l'esistenza di una maggioranza a suo favore dopo lo strappo Udeur. E proprio il partito di Clemente Mastella è stato forse il principale protagonista della giornata, contribuendo a rendere incandescente un'atmosfera già appesantita dalle preoccupazioni dell'Unione. L'apice è stato raggiunto nel momento in cui il senatore udierrino Nuccio Cusumano (nella foto in alto) ha annunciato la sua volontà di votare a favore del governo, nonostante gli altri compagni di partito avessero deciso di negare la fiducia a Prodi. A quel punto, Cusumano è stato colto da un malore, a seguito dei pesanti insulti rivoltegli dall'esponente Udeur Tommaso Barbato (nelle foto in basso), che lo ha aggredito verbalmente, dandogli del "pezzo di merda, pagliaccio, venduto".
.I commessi sono accorsi per allontanare Barbato dall'aula, mentre la seduta è stata sospesa e Cusumano portato via in barella. Dopo 618 giorni trascorsi dal premier Prodi al timone di Palazzo Chigi, si chiude così l'ultima giornata del governo, il cui esito è stato determinato, tra le altre, dalle scelte decisive di Mastella, Fini, Fisichella e Turigliatto. In serata il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha dato il via alle consultazioni. I primi a salire il Colle saranno i presidenti di Camera e Senato.
Fini e Berlusconi: voto subito - Mentre festeggia con spumante e applausi anche nell'Aula del Senato, il fronte del "no" già comincia a chiedersi quale sarà la strategia politica più opportuna da adottare. Fini di An e Berlusconi di Fi propongono decisamente le elezioni immediate. Dall'altro lato, però, il leader dei liberaldemocratici Dini e il leader Udc Casini si dimostrano più cauti, e preferirebbero optare per un esecutivo tecnico per le riforme, in modo da andare alle urne solo dopo che sarà stata adottata la nuova legge elettorale. Ma Berlusconi, parlando al telefono al Tg4, ribadisce che bisogna andare al voto subito, sottolineando che "quello che è accaduto al Senato rispecchia il voto degli italiani, la maggioranza che sostiene il governo Prodi è implosa e bisogna restituire subito la parola agli elettori".

Continua a leggere...

L'Udeur lascia la maggioranza, Mastella: "E' finita"

Dopo le dimissioni di Mastella, l'Udeur lascia il centrosinistra e auspica le elezioni. La Cdl: Prodi si dimetta. Il premier temporeggia

Roma. "Ringrazio Romano per lo splendido e prestigioso incarico di ministro, anche se è stato drammatico. Il rapporto umano con lui rimane e rimarrà sempre, ma l'esperienza politica del centrosinistra è chiusa". Con poche ma incisive parole, rilasciate durante una conferenza stampa, l'ex Guardasigilli Clemente Mastella ha confermato lo strappo definitivo del suo partito, i Popolari Udeur, dalla coalizione di centrosinistra. Una decisione annunciata da Mastella attraverso una lettera inviata al premier Romano Prodi, in cui il leader Udeur motiva la propria scelta lamentando una "mancata solidarietà", manifestata da certi esponenti della maggioranza, sulle vicende giudiziarie che lo vedono indagato insieme alla moglie, alleati politici che invece avrebbe voluto a proprio sostegno. "E' finita", sostiene fermamente l'ex ministro della Giustizia, che considera il governo giunto al capolinea:"Se ci sarà da votare la fiducia, voteremo contro. Prodi, se vuole, può andare a cercare una maggioranza. Noi siamo per le elezioni, anche se questa è una prerogativa del Capo dello Stato. Ma dal punto di vista politico per noi è meglio andare a nuove elezioni". Mastella non risparmia piccanti commenti anche nei riguardi del segretario del Pd Walter Veltroni:"Ha voluto correre da solo e ci ha esclusi. Adesso ha questa opportunità, la colga al volo". Lo strappo dell'Udeur, in verità pevisto da gran parte della coalizione di centrosinistra - fonti di Palazzo Chigi commentano di aver maturato sospetti in questi giorni a seguito delle assenze di Mastella - ha spinto il premier a cercare una strategia di intervento tempestiva, nella speranza di recuperare una situazione che di fatto adesso, a seguito del ritiro dell'Udeur dal centrosinistra, è di vera e propria crisi. Nella serata di ieri, a seguto del vertice dei segretari dell'Unione, Prodi ha dimostrato per prima cosa il suo rifiuto di salire al Colle per rassegnare le dimissioni. E, secondo fonti non confermate, martedì mattina alle 9, a seguito della Conferenza dei capigruppo, in Aula Prodi potrebbe scegliere di chiedere la fiducia. A vertice dei segretari terminato, il segretario del Pdci Oliviero Diliberto ha affermato che ritiene giusto "che si vada in Parlamento e si rispettino le regole della Costituzione. Mastella si prenda le sue responsabilità, decidendo se votare contro o meno il governo di cui ha fatto parte". Sulla stessa frequenza il senatore dei Liberaldemocratici Lamberto Dini:"la legislatura non deve andare persa, serve un governo di transizione che affronti alcune emergenze". E' bufera sul premier, intanto, dall'altro fronte politico. Il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi parla di "crisi già evidente, nei fatti", e ritiene urgente "ridare la parola ai cittadini". Anche Andrea Ronchi, di An, Roberto Calderoli della Lega, e Casini dell'Udc, sostengono la necessità delle dimissioni di Prodi, perché, come sostiene il leghista Calderoli, "il presidente della Repubblica dovrà restituire il Paese alle urne, prima che sia davvero troppo tardi". Situazione critica per il governo Prodi, dunque. E Martedì sembra che sarà davvero il giorno del verdetto definitivo sul suo futuro.

Continua a leggere...

Mastella getta la spugna: ostaggio di estremisti

Il Guardasigilli indagato si dimette. Indagata la moglie Sandra. Prodi:"solidarietà". Napolitano firma il decreto. ANM polemica

Roma. Doveva presentare, ieri mattina alla Camera, una relazione sullo stato della giustizia in programma, ma il ministro della Giustizia Clemente Mastella, proprio in Aula, ha deciso di approfittare dell'occasione per rassegnare le proprie dimissioni, attraverso una denuncia in cui si è detto ostaggio di un'"ostinata caccia all'uomo" ad opera di "frange estremiste", che scaglierebbero le loro mosse confondendosi tra le toghe sane. Una vera stilettata contro la magistratura, quella risultata dalle parole del leader Udeur, applaudite da entrambi gli schieramenti politici, ma in particolare dal centrodestra:"Nonostante abbia lavorato giorno e notte per dimostrare la mia credibilità e la mia buona fede di interlocutore affidabile per il mondo della giustizia, oggi mi accorgo che sono stato invece percepito da alcune frange oltranziste come un avversario da contrastare, se non addirittura un nemico da abbattere". Il Guardasigilli ha spiegato:"Ho combattuto la mia battaglia finché si combatteva ad armi pari, e non arrivavano colpi bassi e imprevisti, perché dalla tua condotta politica nulla lasciava presagire un concertato volume di fuoco per distruggere la tua persona, la tua dignità, i tuoi valori". Il leader dei Popolari Udeur ha quindi gettato la spugna "per senso dello Stato", perchè non è riuscito, pur nella condizione di ministro della Giustizia, "a difendere la moglie da un provvedimento ingiusto". E ha concluso, dopo aver ricevuto un accorato applauso:"Mi dimetto perché tra l'amore per la mia famiglia e il potere scelgo il primo". Una scelta maturata tra la profonda rabbia e la delusione, che proprio nella mattinata di ieri lo hanno sopraffatto dopo aver appreso che erano stati ordinati gli arresti domiciliari per la moglie Sandra Lonardo, presidente del Consiglio regionale della Campania, accusata del reato di concussione nei confronti del direttore generale dell'ospedale di Caserta. Il provvedimento restrittivo, richiesto dalla procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere e firmato dal gip Francesco Chiaromonte, fa parte di un'ampia inchiesta che ha visto nel complesso l'emanazione di 23 provvedimenti, di cui 4 da scontare in carcere, mirati ad esponenti della giunta regionale campana, a consiglieri regionali e ad amministratori dell'Udeur. Tra gli indagati, nella stessa giornata di ieri, sarebbe finito poi lo stesso Mastella, iscritto nel registro con ben sette ipotesi di reato: concorso esterno in associazione per delinquere, due episodi di concorso in concussione e uno di tentata concussione, un concorso in abuso d'ufficio e due concorsi in falso. Ma l'episodio più clamoroso contestato al ministro della Giustizia è stato il tentativo di concussione ai danni del presidente della Regione Antonio Bassolino. Per quest'ultima ipotesi di reato, sembra che Mastella avrebbe fatto pressioni indebite sul governatore della Campania, per ottenere carta bianca sul favoreggiamento di alcune nomine. Secondo i magistrati, il ministro della Giustizia avrebbe sfruttato un potere di controllo sulle attività degli enti pubblici e locali ricadenti nel territorio della Campania.
Conferenza stampa a Benevento - Nella giornata di oggi, Celemente Mastella ha parlato nel corso di una conferenza stampa convocata in un hotel di Benevento. Dopo aver confermato le proprie dimissioni "in nome della mia dignità, della mia libertà di potermi difendere al meglio nel processo e perchè non sono uno della casta", il leader Udeur ha precisato la sua posizione nei confronti della magistratura:"Grande rispetto per la maggior parte della magistratura, quella seria", ma non certamente nei riguardi di quei "gip che prima arrestano, e poi dichiarano la propria incompetenza territoriale". Riguardo all'inchiesta, che lo vede indagato insieme alla moglie, il Guardasigilli ha ribadito:"Non ho mai dato e né preso soldi in trent'anni di vita politica". Difende poi a spada tratta la moglie Sandra, in certi momenti lasciandosi persino sfuggire qualche lacrima:"Sicuramente - dice - ho un linguaggio colorito e sono abbastanza spontaneo, forse anche eccentrico come modi fare". Quindi espressioni come quella che dice la moglie Sandra "quel tal politico è un uomo morto", appartiene, spiega Mastella, "ai modi di dire".
Napolitano firma il decreto - Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha firmato il decreto, che di fatto sancisce l'accettazione delle dimissioni di Mastella da ministro della Giustizia e l'affidamento dell'interim del dicastero al Premier Romano Prodi.
Solidarietà di Prodi - Il presidente del Consiglio Romano Prodi, che già aveva espresso la propria solidarietà al leader Udeur, nel suo discorso a Montecitorio seguente all'affidamento dell'interim, ha precisato che quest'ultimo "è il segnale di un'attesa: che dalla magistratura arrivi un chiarimento forte perchè Mastella possa riprendere il suo posto". E ha concluso:"Mi impegno fin d'ora, in qualità di Guardasigilli a proseguire una politica di indipendenza della magistratura e di tutela delle persone, in particolare della presunzione di innocenza".
Risposta dall'ANM - L'Associazione Nazionale Magistrati, intanto, questa mattina ha espresso le proprie considerazioni sul discorso tenuto ieri in Aula da Mastella, lamentando il fatto che "proprio le sue dichiarazioni rese davanti al Parlamento ancora una volta portano fuori dalle aule di giustizia il dibattito sul merito dei provvedimenti giudiziari con modalità espressive e di aggressione alla Magistratura che alterano gli equilibri tra i poteri dello Stato e non si giustificano in alcun modo". E proprio in merito al delicato tema del rapporto tra magistratura e politica, si sono espressi il segretario di Rifondazione Comunista Franco Giordano, che invita a "non alimentare conflitti tra istituzioni e (...) trasformismi che mettano in forse il programma di governo", e i partiti An e Udc con gli interventi di Ignazio La Russa e Pier Ferdinando Casini, che chiedono la fine del governo Prodi.
La risposta del procuratore Maffei - Mariano Maffei, che tra 11 giorni lascerà l'incarico di procuratore della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, ha definito "disgustosa" la polemica sollevata dal ministro Mastella a Montecitorio. Il magistrato ha affermato che "si riserva ogni azione nelle sedi competenti", ipotizzando per le parole di Mastella "calunnie ed offese alla mia reputazione". Al termine della dichiarazione, si è infastidito con i giornalisti che gli chiedevano informazioni circa la sua parentela con un politico locale e sulla possibile esistenza di una ispezione ministeriale negli uffici della procura.

Continua a leggere...

Benedetto XVI annulla la sua visita alla Sapienza

La decisone della S.Sede:"Soprassediamo". Studenti laici in festa. Rammaricato il rettore. Indignati i politici. La Cei:"chiusura culturale"

Roma
. Dopo giorni di intense polemiche sulla discussa visita del Papa all'Università degli studi La Sapienza, prevista, su invito del rettore magnifico, per il giorno dell'apertura del nuovo anno accademico giovedì 27 gennaio, è stato lo stesso Benedetto XVI, nella giornata di oggi, a prendere una decisione definitiva su una situazione che rischiava di prendere una brutta piega. Nel tardo pomeriggio, un comunicato della sala stampa vaticana ha annunciato infatti che la visita del Papa è stata annullata, perchè è stato ritenuto opportuno "soprassedere a seguito delle ben note vicende di questi giorni". L'annuncio, in cui si specifica che "il Santo Padre invierà, tuttavia, il previsto intervento", è arrivato inaspettatamente proprio mentre il dibattito incalzava, non accennando a diminuire. Un caso partito da una lettera, firmata da 67 docenti di Fisica e indirizzata al rettore Renato Guarini, in cui la visita di Ratzinger nella facoltà scientifica era stata definita "evento incongruo", ricordando una frase citata dal Pontefice nel 1990, quando era ancora cardinale, che riprendeva un'affermazione del filosofo Paul Feyerabend: il processo contro Galileo fu ragionevole e giusto. Alla lettera dei cervelli della Sapienza, nonostante il continuo tentativo di placare gli animi manifestato dal rettore magnifico, ha fatto seguito, negli scorsi giorni, una protesta degli studenti aderenti ai collettivi di facoltà Rete Autoformazione, con tanto di manifesti nel campus e persino scritte sulla statua della Minerva davanti all'università, che riportavano frasi come:"Fra Giordano è bruciato, Galileo ha abiurato, noi resisteremo contro il Papato". L'ultima presa di posizione degli studenti era stata la decisa occupazione del Rettorato, al termine della quale avevano ottenuto l'autorizzazione alla manifestazione per giovedì 17 gennaio. La notizia dell'annullamento dell'intervento del Papa è giunta intorno alle 17 di questo pomeriggio, mentre gli studenti erano riuniti in un'assemblea dei collettivi, nell'aula di scienze politiche. Un applauso fragoroso, da parte degli studenti del collettivo contrari alla visita del papa, ha accolto la notizia. Gli stessi studenti, a caldo, commentavano:"l'occupazione del Rettorato ha dato i suoi frutti". Altri studenti cattolici, invece, si sono radunati nella cappella della Sapienza, per una veglia di preghiera che proseguirà tutta la notte. Il rettore Renato Guarini, che per tutto il corso del dibattito aveva cercato in ogni modo di risolvere la questione, non ha potuto fare altro che esprimere il proprio rammarico. Il fatto di oggi ha suscitato grande indignazione in tutte le frange politiche e istituzionali. Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha inviato una lettera personale a Benedetto XVI. "Un clima inaccettabile", è stato poi il triste commento da parte del premier Romano Prodi, che ha continuato esprimendo "profondo rammarico per la decisione di Papa Benedetto XVI, esprimendo solidarietà forte e convinta alla Sua persona e rinnovando a Lui l'invito perché possa mantenere il programma originario. Nessuna voce deve tacere nel nostro Paese e a maggior ragione quella del Papa". Il leader della Cdl Silvio Berlusconi denuncia una "ferita che umilia l'università e l'Italia", e ha proseguito definendo quanto accaduto oggi "il segno dell'intolleranza e di un certo fanatismo che nulla hanno di autenticamente laico. L'università italiana e lo Stato non si dimostrano in grado di garantire la libertà di espressione alla massima autorità religiosa". Tutte le personalità politiche, dal ministro dell'Università Fabio Mussi, al presidente del Partito socialista, Enrico Boselli, al segretario di Rifondazione comunista Franco Giordano, al leader Idv Antonio Di Pietro, all'Udeur di Mastella, al segretario di La Destra Francesco Storace, fino al portavoce di Alleanza nazionale, Andrea Ronchi, hanno in generale denunciato la gravità di un evento, che, al di là delle appartenenze ideologiche, ha segnato il mancato rispetto del basilare principio del libero confronto delle idee. La Cei (Conferenza episcopale italiana) ha affermato che "il Papa è oggetto di un gravissimo rifiuto che manifesta intolleranza antidemocratica e chiusura culturale", precisando che "la visita del Santo Padre era una cordiale risposta a un invito espresso dagli organi responsabili dell'università, ma reso inefficace dalla violenza ideologica e rissosa di pochi".

Continua a leggere...

Rifiuti, Prodi alle Regioni: uniti contro la vergogna

Cagliari. "L'emergenza rifiuti è una vergogna per tutta l'Italia e la dobbiamo risolvere tutti insieme. Non voglio più sentire ironizzare le autorità internazionali su questo tema. Ogni Regione deve fare il suo dovere. Non è ammissibile che un Paese come l'Italia in questa situazione non dimostri una responsabilità collettiva. Voglio vedere qual è la Regione che si prende la responsabilità di non autorizzare il trattamento dei rifiuti senza danno e guadagnando qualcosa". Il premier Romano Prodi lancia un chiaro monito alle Regioni, sopratutto a quelle che in questi giorni hanno nettamente rifiutato il suo invito ad accogliere i bastimenti carichi di rifiuti in attesa di sversamento, come Lombardia, Veneto, Friuli, Trentino, Umbria e Basilicata. Un avvertimento carico di insofferenza, quello del Presidente del Consiglio, scosso adesso da quanto accaduto due giorni fa a Cagliari, quando mille persone, intenzionate a fermare la nave carica di rifiuti da sversare, si sono radunate davanti alla villa del governatore Renato Soru, scatenando una vera e propria guerriglia a suon di sacchetti di immondizia lanciati contro le forze dell'ordine, che sono state costrette a caricare i manifestanti. Una notte terribile, che ha rivelato ancora una volta la drammaticità di un'emergenza, quella dei rifiuti, contro la quale il governo non è ancora riuscito a rimediare con misure sufficienti ad accordare tutti. L'ultimo provvedimento da parte del governo è stata un'ordinanza di 4 pagine firmata dalla presidenza del Consiglio, che, oltre a nominare l'ex capo della polizia Gianni De Gennaro commissario straordinario, gli dà anche la possibilità di "richiedere l'uso delle forze armate" in Campania. Una decisione che porta la firma di Prodi, ma che è stata presa di mira dalle ire di Rifondazione comunista che, alle precisazioni di Prodi sull'uso dell'esercito nei momenti delicati per far fronte ad una logistica complicata, risponde attaverso una dichiarazione congiunta, firmata dai capigruppo del Prc Migliore e Russo Spena, su cui è riportato:"Il passaggio dell'ordinanza della presidenza del Consiglio che conferisce al commissario Gianni De Gennaro il potere di attivare siti di stoccaggio anche in deroga a specifiche disposizioni di tutela ambientale è assolutamente inaccettabile". Situazione di stallo per il momento, dunque. E mentre le preoccupazioni nel Paese si infittiscono, sui giornali comincia a circolare la notizia che un bastimento carico di 1500 tonnellate di rifiuti sia diretto in Sicilia.

Continua a leggere...

Cassazione, vietata la coltivazione di cannabis

Roma. A otto mesi di distanza dall'emanazione della sentenza della Cassazione che consentiva la coltivazione domestica di piante di cannabis se coltivate a scopo ornamentale, gli "ermellini" fanno dietrofront. La IV Sezione Penale ha infatti depositato ieri un verdetto che stabilisce di perseguire penalmente i soggetti che coltivino in casa anche una sola piantina di marijuana. Si legge infatti nella sentenza che "la coltivazione di canapa indiana va sanzionata indipendentemente dall'ampiezza del numero di piante contenenti sostanze tossiche". Il caso, che ha portato la Cassazione a rivedere il proprio verdetto, è partito da una decisione della Corte d'Appello di Messina, che ha condannato una donna per la detenzione di otto piantine di cannabis indica, facendo sì che non venisse accolto il ricorso presentato dalla stessa in Cassazione. Deciso cambio di rotta da parte della Suprema Corte, dunque, rispetto a quanto avvenuto lo scorso 10 maggio, quando la VI Sezione Penale aveva respinto quanto deliberato dalla Corte d'Appello di Roma, che aveva condannato un uomo per la coltivazione di 5 piantine di cannabis. Allora la Cassazione aveva distinto tra coltivazione in senso tecnico e detenzione per uso personale, equiparando la coltivazione in casa alla "detenzione per uso personale", e decidendo di dichiarare non illegale quest’ultima.
Il commento dal blog - Nella rubrica "Déjà vu", dal titolo "Se anche la Droga Arreda", pubblicata lo scorso 14 dicembre, ho affrontato la tematica inerente alla sentenza della VI Sezione Penale della Suprema Corte, schierandomi contro il verdetto che, permettendo la coltivazione di marijuana se a scopo ornamentale, a mio parere assumeva i contorni di una decisione presa sbadatamente, pur essendo il frutto di un'accurata ricostruzione storica delle leggi sulla coltivazione della droga.

Continua a leggere...

Rifiuti, il vescovo: responsabili le istituzioni

Diminuiti gli scontri a Napoli. Duro messaggio della Diocesi di Pozzuoli:”Responsabilità istituzionali a tutti i livelli”


Napoli. Sono giorni terribili, quelli che stanno vivendo gli abitanti del Napoletano, vittime senza via d’uscita del fantasma dell’emergenza rifiuti che incombe più che mai, evocato stavolta dalla riapertura, disposta dal commissario straordinario per l’emergenza rifiuti, della discarica di Pianura, situata in Contrada Pisani. Se da un lato sembra che, in confronto alla giornata di ieri, la guerriglia si sia attenuata, dall’altro la tensione resta alta. Nella mattinata di oggi, un presidio di circa cinquanta persone, nonostante la pioggia e il freddo, è rimasto a sorvegliare la discarica. Ma i segni della scelta di percorrere una via più diplomatica non sono mancati: il vescovo di Pozzuoli, monsignor Gennaro Pascarella, ha letto un messaggio, firmato dall’intera Diocesi di Pozzuoli, durante la messa celebrata a Pianura questa mattina. Parole che testimoniano la condanna espressa dall’intera comunità, non a caso applaudite dai presenti alla celebrazione. Il presule ha sottolineato come sia “intollerabile che a tutt’oggi non si riescano ad intravedere vie di uscita da una situazione che altre Regioni hanno già brillantemente risolto. Ciò implica responsabilità istituzionali a tutti i livelli, non soltanto per quello che non si è riusciti a fare fino ad oggi, ma anche per l’incapacità di proporre in tempi brevi una soluzione seria e radicale al problema”. E ha continuato ribadendo la necessità che ”venga ascoltata la voce degli abitanti del territorio, cercando di rispondere alle richieste di sicurezza per la salute e di chiarezza circa la reale durata della riapertura, nonché di controllo circa quello che realmente verrà sversato nella discarica, in modo che sia impedita ogni possibile forma di infiltrazione da parte di organizzazioni malavitose e camorristiche; procedendo nel contempo all’elaborazione di un progetto complessivo di sviluppo per la zona”. In questi giorni, a destare maggiori preoccupazioni, in un clima già fin troppo rovente, sono state le voci che annunciavano la decisione della chiusura delle scuole in Campania per la protesta. Voci che hanno spinto il premier Romano Prodi a dare disposizione al ministro dell’Istruzione Giuseppe Fioroni di prendere i provvedimenti necessari per la riapertura delle scuole. Le scuole “sono sacre”, ha sottolineato il presidente del Consiglio, annunciando che se in alcuni istituti l’accesso e le normali attività saranno ostacolate, il governo interverrà inviando del personale a pulire. E il ministro della Difesa, Arturo Parisi, ha assicurato la disponibilità all’impiego dei mezzi del 21/o Reggimento Genio di Caserta.

Continua a leggere...

Campania, scontri sulla riapertura della discarica

Napoli, riesplode la guerra dei rifiuti dopo la decisione di riaprire la discarica di Pianura. D'accordo Bassolino e Pansa. Indignata la Iervolino

Napoli. L'ultimo capitolo della tormentata vicenda che ormai da mesi attanaglia la Campania con un'irrisolta emergenza rifiuti, si è concluso due giorni fa con la disfatta di 200 abitanti del napoletano, che nulla hanno potuto contro la riapertura della discarica di Pianura, attiva da 40 anni, inutilizzata da 12. Strade intasate, cassonetti rovesciati, roghi dappertutto e, nella serata di giovedì scorso, autobus con le ruote bucate messi di traverso per erigere barricate, e poi lanci di petardi e sassi: i cittadini di Pianura, un quartiere che conta ben 94 mila abitanti, si sono lanciati in una vera e propria guerriglia, che tuttavia non è bastata ad arrestare la marcia dei camion della ditta che, su ordine del questore di Napoli Oscar Fioriolli, ha avviato i lavori di preparazione del terreno per lo sversamento dei rifiuti. Operai scortati dalla polizia per evitare imbattersi nella furia dei cittadini, ormai stanchi di vivere in un quartiere che, come deciso dalla prefettura, per tutto il 2008 resterà adibito a pattumiera, stretto com'è in una morsa di rifiuti privi di una possibile destinazione, dato che anche l'ultimo dei 7 impianti per la produzione di combustibile da rifiuti (cdr), quello di Caviano, ha smesso di funzionare. La delicata situazione spiega la reazione a tratti eccessiva di questi cittadini trasformatisi in guerriglieri, che nella giornata di giovedì sono arrivati perfino ad abbattere un muro, in un tratto di strada, per impedire l'accesso ai Tir della ditta. Dura la requisitoria della cdl, che chiede le dimissioni del presidente della Regione Bassolino, il quale appoggia la linea intrapresa dal prefetto Alessandro Pansa, che ha scelto di puntare tutto sulla riapertura della discarica di Pianura. Ha protestato apertamente il sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino, che denuncia l'operato di tutti i commissari succedutisi nella gestione di questa faccenda:"Non è giusto che continuino a pagare i più deboli. Hanno avuto la discarica lì per 40 anni e hanno ancora una discarica abusiva purulenta vicino alle case". E ha concluso:"Sono stati spesi 2 miliardi, ma chi li ha visti?". L'unica speranza per una svolta, secondo il prefetto Pansa, si dovrebbe riporre nell'apertura del termovalorizzatore di Acerra, prevista per il 2009, progetto che dovrebbe essere seguito dalla partenza del bando per il secondo impianto, a Santa Maria La Fossa. Nel frattempo, si dovrebbero ristrutturare a rotazione i 7 impianti costruiti per la produzione di combustibile da rifiuti, l'ultimo dei quali rimasto in funzione, quello di Caviano, si è appena fermato.
Napolitano allarmato per il caos rifiuti - "Penso che il governo prenderà iniziative al massimo livello". Parla preoccupato il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che ha sottolineato come nelle scorse settimane abbia affrontato più volte il tema dell'emergenza rifiuti con il premier Romano Prodi. E si è dimostrato sconcertato lo stesso premier, che considera "non più tollerabile che l'Italia venga additata a vergogna dell'Europa per non riuscire a risolvere il problema dei rifiuti in un'area grande quanto la Campania".

Continua a leggere...

Benazir uccisa da al Qaeda, terrore in Pakistan

L'ex premier Bhutto uccisa a seguito di un attacco kamikaze. Sospettata al Qaeda. Il marito di Benazir, Asif Zardari, accusa il governo

Rawalpindi. "Le navi in porto sono al sicuro, ma non è per questo che sono state costruite". E' stata coerente con i valori difesi per tutto il corso della sua battaglia per la democrazia, l'ex premier Benazir Bhutto, che non si era mai fermata di fronte ad avversari diventati sempre più temibili, contando tra le proprie fila al Qaeda, servizi segreti deviati, avversari politici e integralisti islamici. Aveva dimostrato più volte la propria determinazione, non rinunciando a pericolose uscite in pubblico, come quella dello scorso 18 ottobre a Karachi, quando, dopo aver pronunciato un discorso in occasione del suo ritorno in Pakistan dopo l'esilio di otto anni in Inghilterra, riuscì miracolosamente a salvarsi da un attacco terroristico che falciò 139 vittime innocenti. Di certo, la leader del Ppp, figlia di quel premier Zulfikar Bhutto impiccato nel '79, era consapevole dell'altroce destino a cui stava andando incontro. Il pomeriggio del 27 dicembre, terminato il proprio comizio in vista delle elezioni nel parco "Liaquat Bagh" di Rawalpindi, "Bibi" è rimasta uccisa, a seguito dell'ennesimo attacco kamikaze, reso come di consueto facile da mettere a punto grazie alla folla accalcatasi intorno alla Bhutto, quella copiscua fascia di popolazione che a Benazir aveva affidato le proprie speranze di una futura democrazia. Secondo la più probabile tra le numerose ricostruzioni effettuate della scena dell'agguato, l'attentatore si sarebbe fatto strada senza problemi tra la folla e, raggiunto il veicolo con a bordo la Bhutto, avrebbe cominciato a esplodere alcuni colpi di arma da fuoco contro la vettura, per poi lasciarsi saltare in aria azionando la cintura esplosiva. Decine le morti causate dall'attentato, mentre alcuni minuti dopo sulla scena non sarebbero rimasti altro che la carcassa di un'auto incendiata, brandelli di abiti insanguinati e scarpe. Non si sa per certo chi sia stato il vero mandante dell'omicidio, anche se l'agenzia Sheikh Saeed, portavoce di al Qaeda, avrebbe riferito di una rivendicazione indiretta, avente come mandante dell'omicidio il braccio destro di Osama bin Laden, il medico egiziano al Zawahiri. E mentre il presidente Musharaff ha condannato l'attentato, ordinando lo stato d'allerta per le forze paramilitari e proclamando il lutto nazionale, il marito della Bhutto, Asif Zardari, a Islamad per i funerali della moglie, ha accusato proprio il governo del tragico avvenimento.
La successione al figlio - A ricoprire la carica di presidente del Partito del popolo, occupata da Benazir Bhutto, in un Pakistan tragicamente scosso per la perdita di un leader importante, è stato scelto il figlio primogenito 19enne Bilawal che, quasi per esorcizzare la paura del popolo pakistano di aver perso ogni speranza, ha scelto di rinunciare al cognome paterno, Zardari, cambiandolo in Bhutto. "Mia madre ha sempre detto che la miglior vendetta è la democrazia", ha affermato il giovane, ancora studente di Scienze politiche a Oxford, a Islamabad lo scorso 30 dicembre. Nell'attesa che Bilawal termini gli studi e sia effettivamente pronto per assumersi la gestione del Ppp, al suo fianco siederanno il padre Asif Ali Zardari, e il braccio destro di Benazir Bhutto, Makhdoom Amin Fahim.
Elezioni rinviate al 18 febbraio -A seguito dell'evento tragico che ha messo il Pakistan in subbuglio, la commissione elettorale ha deciso di rinviare le elezioni presidenziali, previste per l'8 gennaio, al 18 febbraio. Il presidente Pervez Musharaff (nella foto) ha definito "inevitabile" tale decisione, per motivi di ordine pubblico. Decisa la polemica dei partiti dell'opposizione, il Ppp dei Bhutto e il partito dell'ex primo ministro Nawaz Sharif, che hanno criticato la scelta del rinvio definendolo "ingiusto" e motivato solo da "opportunità politica".

Continua a leggere...
A&P Community Adesivi4you artu.blog.rai.it/ Avolablog AvolaInside AvolaWeb Bankaholic Blog di Salvo Andolina Blog Notes BlogItalia Blografando Borsa e Finanza Centro Caltagirone.it Consulta giovanile Corriere della Sera Cose Preziose Crazydesigns D-mensione Darkidsgraphic Daveblog Dementemastella Donzauker Downloadblog Economia-Finanza Eiochemipensavo Eriadan's thin(k/g)s Fior di zucca Fuckergraphic Geekissimo Giovy's blog Gnagne Google Green Graphic I blog laici i diritti Il blog 7 in condotta Il blog About:blank Il blog attivissimo il blog by Hanna Il blog di Alessio Il blog di Andrea Beggi Il blog di auto Il blog di Beppe Grillo Il blog di Daniele Luttazzi Il blog di De Biase Il blog edit Il Burbero scorbutico Il cavoletto di Bruxelles Infopedia Italia sw Jdblog L'angolino dei pensieri La Repubblica La Stampa La Torre di Babele LaDestra.info Le Malvestite Liu-Jo Macchianera Maestroalberto.it Malvestite Manteblog Manuale di Mari Melablog Michelem Momento-sera Mukkamu MY DOT TK Napoli Romantica Napolux.com Nazione Indiana Nikynik Non eri Einstein Non solo template Nothing2hide Notiziassurda!! Orange Graphics Paidcontent Pandemia Pannasmontata Pelikan Pensieri.. parole.. Personalitaconfusa Profe, mi giustifico Questoblognoneunsms Quinta Weblog Quinta weblog ShinRa House SoldiOnline Spicchio di Luna Stravaganza Succedeacatepol Sw4n The Apple Lounge The apple lounge The Land of Dreams Thegirlofmydreams Tomstardust tutto su messenger Tvblog Ultima Verità Viale Lido blog Volevo essere Fassbinder Webgol Wikipedia Wordpress-Italy Worldpress Yumiko Graphic Liquida magazine - Barack Obama - Sito di Barack Obama - Vauro - Dacu - Sito della Casa Bianca - Sito della Regina Rania - Salvatore Vaccarella - Accademia della Crusca - Gizmodo - Primocanale.it - Noantri.net - Licenziamentodelpoeta - Tradurre blog - Corrieredellaserbia - La Sicilia online - Christie's - Whitehouse.gov - cioccolatini-personalizzati.com - Ipertesto.net - L'Eco del gusto