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CronacaNet.com - di Corrado Cancemi
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Senato, Renato Schifani si aggiudica la presidenza

L'ex capogruppo dei senatori azzurri eletto presidente della Camera Alta alla prima votazione. Applausi bipartisan. "Fumata nera" alla Camera

Roma. Un solo tentativo di votazione ha sancito, nella giornata di ieri, la nomina del senatore siciliano Renato Schifani alla carica di presidente del Senato. Un ruolo di certo vicino alle sue esperienze politiche, dato che proprio alla Camera Alta Schifani è stato capogruppo dei senatori di Forza Italia. Con 178 preferenze sulle 162 necessarie, espresse già alla prima votazione svoltasi intorno alle 12:30, il successo di Schifani era apparso subito ben chiaro, e si è concretizzato all'atto della lettura delle schede da parte del senatore Giulio Adreotti. Un'elezione accolta dall'applauso dei compagni di partito, ma anche da molti esponenti dell'opposizione. Nel suo primo discorso da presidente, Schifani ha affermato che "ci aspetta una feconda stagione di riforme condivise. Mi impegno a svolgere il mio ruolo come garante delle regole". Non ha poi dimenticato di ribadire la necessità di "preservare il dialogo tra i Poli", essendo essenziale il mantenimento di una "reciproca legittimazione, la sola che permette di operare per il bene più importante: la crescita del nostro Paese e la salvaguardia dei valori costituzionali". Un successo nel quale Schifani, dettosi "emozionato" all'inizio della giornata, sperava e che in fondo prevedeva: "Una giornata storica, per la mia vita, e, credo, anche per il Paese", era stato il suo commento rilasciato ai cronisti prima della seduta in Aula presieduta da Andreotti.
"Fumata nera" a Montecitorio - Si è rivelata di tutt'altro tipo la votazione svoltasi nella giornata di ieri a Montecitorio. Dopo tre tentativi non è stato possibile raggiungere l'atteso risultato della nomina del presidente alla Camera, carica che spetterebbe a Gianfranco Fini. La situazione si è rivelata difficile, perché per le prime tre votazioni è previsto un quorum qualificato di 400 voti, impossibile da ottenere. Motivo per cui ci si affiderà al quarto tentativo, per il quale conta una maggioranza semplice. Una vera e propria "fumata nera" ha dunque caratterizzato il voto a Montecitorio, ma l'impossibilità di raggiungere il quorum necessario dei due terzi dell'assemblea era stata in realtà già prevista, e alla fine non hanno stupito i 325 voti andati a Fini, così come le 278 schede bianche derivate dalla scelta di Pd, Idv e Udc. Le schede nulle sono state 6, i voti dispersi 12. Nella seconda votazione, poi, ancora una volta la maggioranza dei 2/3 dei componenti dell'assemblea non è stata raggiunta, con 308 voti per Fini, 14 dispersi, 253 schede bianche e 14 nulle. Alla terza votazione, infine, Fini ha incassato 301 voti, 8 preferenze sono andate a Daniele Marantelli del Pd, le schede bianche sono state 245, le schede nulle 10, i voti dispersi 12.
Avviate le convocazioni - Le sedute di insediamento a Palazzo Madama e a Montecitorio sono state convocate quasi in contemporanea, nella mattinata di ieri, entrambe aventi all'ordine del giorno le formalità di insediamento (la costituzione dell'ufficio di presidenza e delle giunte incaricate della verifica degli eletti) oltre che l'elezione dei nuovi presidenti chiamati a sostituire Bertinotti e Marini. Ma per la nomina del presidente alla Camera bisognerà attendere ancora.

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25 aprile, Napolitano: no alle false equiparazioni

Roma. Nel giorno in cui ricorre il 63esimo anniversario della liberazione dall'oppressione delle dittature fascista e nazista, in tutta Italia si sono vissuti momenti solenni, primo fra tutti la cerimonia svoltasi a Roma all'Altare della Patria (nella foto), culminata con la deposizione, da parte del presidente Napolitano affiancato dalle massime autorità dello Stato, delle corone d'alloro al merito civile, consegnate ad alcuni Comuni e cittadini del nostro Paese. Napolitano ha improntato il discorso sul confronto a distanza che ogni anno divide gli italiani, tra chi insiste sul farne una festa che renda onore anche ai fascisti e ai ragazzi di Salò e chi invece difende il solo aspetto della Resistenza. La puntualizzazione del Capo dello Stato è arrivata con il discorso tenuto al Palazzo Ducale a Genova, quando ha precisato che su quegli eventi si deve dare una "analisi ponderata che però non significhi in alcun modo confondere le due parti in lotta. È un dovere verso il Paese, quello della chiarezza. Perchè questa fu una straordinaria prova di riscatto civile e patriottico, non può appartenere solo ad una parte della nazione, al contrario deve porsi al centro di uno sforzo volto a ricomporre in spirito di verità la storia della nostra Repubblica". E ha concluso: "Le ombre della Resistenza non vanno occultate, ma guai a indulgere a false equiparazioni e banali generalizzazioni; anche se a nessun caduto, e ai familiari che ne hanno subito la perdita, si può negare sul piano umano un rispetto maturato col tempo". A prendere la parola durante la cerimonia a Roma sono stati il ministro della Difesa Arturo Parisi, che ha lanciato un monito contro il rischio di abbandonarsi ad un rilassamento morale, che rischia di diventare "un virus che ci fa ripiegare su noi stessi riducendo talvolta la politica ad una lotta di parte", e il ministro dell'Interno Giuliano Amato, che ha sottolineato come il significato delle medaglie al merito civile sia da rintracciare prima di tutto nel sentimento che accomuna i tratti degli italiani, che uniti nella lotta al fascismo e all'oppressione nazista "danno contenuto e forza alla Nazione italiana". Una giornata segnata da momenti solenni, dunque, in cui i protagonisti della scena politica non hanno risparmiato commenti e punti di vista. Il leader del Pd Walter Veltroni ha affermato che "il 25 aprile è una giornata di festa per tutti gli italiani, nella quale si ricorda il Paese che ha vissuto l'orrore della dittatura quando c'era l'oppressione reale della libertà". Il leader del Pdl Silvio Berlusconi, intenzionato a cercare la via della pacificazione tra i due fronti, ha cercato di comprendere le ragioni che mossero i ragazzi della Repubblica di Salò. E poi via alle celebrazioni nelle città italiane, come a Bolzano, dove il sindaco ha deposto una corona d'alloro al muro del lager di via Resia. In Val d'Aosta si è messo in moto un treno della memoria da Pont Saint Martin ad Aosta. A Trieste il 25 aprile è stato celebrato alla Risiera di San Sabba, unico campo di sterminio nazista in Italia con forno crematorio, per arrivare a Firenze, in cui l'Arci ha promosso un'iniziativa che ha visto i membri del suo Consiglio nazionale iscriversi all'Anpi, l'associazione nazionale partigiani, nella giornata di ieri.

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Napolitano alla Fnsi: proteggere la libera stampa

I vertici della Fnsi accolti al Quirinale in occasione delle celebrazioni per il centenario della federazione. Bianchieri crede nel rinnovo del contratto

Roma. Si è espresso a favore di "una stampa che sia capace di nutrire culturalmente e idealmente il rapporto con i cittadini e in particolare con i lettori e di esprimere la propria indipendenza di giudizio", il presidente Giorgio Napolitano, che oggi ha accolto al Quirinale i vertici della Federazione della Stampa Italiana (Fnsi), il sindacato nazionale dei giornalisti, in occasione delle celebrazioni per il suo centenario. Il presidente della Repubblica ha ammesso l''ovvietà" della sua convinzione, ma ha tenuto lo stesso a ribadire che "una stampa libera costituisce un elemento essenziale per l'equilibrio dei poteri proprio di ogni democrazia che sia vitale e ben ordinata". I rappresentanti del sindacato hanno accolto con entusiasmo le parole incoraggianti di Napolitano, con il presidente della Fnsi Franco Siddi (nella foto) in testa, che ha dichiarato:" Il Capo dello Stato Giorgio Napolitano ci ha incoraggiati a continuare a fare il nostro lavoro e farlo sempre bene e meglio". Quello che la Fnsi ha colto, nelle sagge parole del presidente, è stato "un buon viatico per i nostri cento anni", come ha affermato lo stesso Siddi in conclusione. La relazione del presidente del sindacato dei giornalisti si è spostata poi sul triste ricordo dei giornalisti morti sul lavoro, 41 in tutta la storia della Repubblica. Un ricordo che richiede una giusta presa di coscienza:" E' utile accendere i fari laddove nel mondo l'informazione è spenta. Ma anche in Italia è intollerabile che ci siano colleghi costretti a vivere sotto scorta per colpa della mafia e della criminalità organizzata". Situazione per la quale Siddi ha chiesto di definire "crimine contro l'umanità" l'uccisione dei giornalisti.
Nuove speranze per il rinnovo del contratto - Sembra aprirsi un nuovo spiraglio per il caldo tema del ronnovo del contratto dei giornalisti. Lo ha affermato, a margine dell'avvio delle celebrazioni per il centenario della Fnsi, il presidente della Federazione degli Editori (Fieg), Boris Biancheri, che si è detto "fiducioso" al riguardo. Per tutta risposta, Siddi ha affermato che "se lo ha detto Biancheri, devo essere fiducioso anch'io, altrettanto e anche di più". E ha aggiunto: " La grandezza delle trasformazioni in atto richiede un'assunzione di responsabilità agli editori come ai giornalisti. Sono convinto che il dialogo consentirà di realizzare il nuovo piano regolatore per lo sviluppo e l'informazione del futuro". Bianchieri si mostra favorevole al dialogo, in quanto - ha affermato - l'attuale "contratto è vecchissimo rispetto alle necessità attuali". E ha concluso:" L'attuale fase di dialogo può contribuire a creare condizioni favorevoli" anche per il varo di una nuova legge sull'editoria, "di cui c'è molto bisogno".

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Petrolio a quota 118 dollari, l'Aie: rischio globale

Milano. La corsa del prezzo del petrolio non accenna a diminuire, e se il record registrato lo scorso 28 febbraio, quando il greggio aveva sfondato quota 100 dollari al barile, sembrava già inverosimile, adesso il nuovo record di 118,05 dollari registrato a New York, rende giustificabile qualunque allarmismo. A pesare sull'impennata del prezzo del greggio sono stati senz'altro gli attacchi sferrati lunedì alle istallazioni produttive in Nigeria, che hanno compromesso le forniture del principale produttore dell'Africa continentale. A fronte di una simile situazione, L'Associazione Internazionale dell'Energia ha sottolineato i rischi derivanti da una inarrestabile corsa del prezzo del greggio, affermando che "quotazioni alte possono portare alla recessione". Nobuo Tanaka, presidente dell'associazione, ha affermato che gli alti prezzi del petrolio possono portare "alla recessione su scala globale", ribadendo, nella giornata di oggi, che la corsa del petrolio "può pesare sulla domanda". L'Opec ha annunciato che aumenterà la produzione di cinque milioni di barili al giorno entro il 2012. Il segretario generale dell'Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio, Abdullah Salem El-Badri, ha inoltre reso noto che è nelle intenzioni dell'organizzazione un aumento della produzione di nove milioni di barili al giorno entro il 2020.
E benzina e gasolio battono i record - L'aumento del prezzo del petrolio non poteva non avere drastiche ripercussioni sui prezzi di benzina e gasolio. La prima raggiunge gli 1,413 euro al litro, mentre il gasolio sfiora quota 1,4 euro al litro. Di fronte a simili massimi storici, lo sconto fiscale attualmente in vigore non può far sentire la propria influenza.
Ancora euro in vantaggio sul dollaro - Non si arresta nemmeno la corsa dell'euro, sempre più in vantaggio sul dollaro. La moneta europea ha superato il biglietto verde con un ampio margine, toccando quota 1,60. Sull'attuale posizione dell'euro hanno sicuramente pesato le dichiarazioni di alcuni esponenti del consiglio direttivo della Bce, che non escludono nuovi aumenti dei tassi europei. Del resto è indubbio che la Bce ormai da mesi sta tentando di riuscire nell'operazione di rialzare i tassi per frenare l'inflazione, riportandola a livelli tollerabili.

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Governo, Berlusconi frena l'entusiasmo della Lega

Milano. Se i leghisti, forti della posizione di certo non secondaria nel governo che sta nascendo, non frenano il loro entusiasmo, ci pensa il premier in pectore Berlusconi a porre un freno alle mire lombarde. All'indomani del vertice di Arcore con Bossi e gli altri esponenti del Carroccio, nel corso del quale il Senatùr ha dato come certa la presenza nell'esecutivo di tre ministri leghisti (lui stesso alle Riforme, Maroni agli Interni e Luca Zaia alle Politiche Agricole), nonchè la designazione a vicepremier di Roberto Calderoli, il leader del Pdl, intervenendo al telefono al Mediolanum Market Forum, ha rettificato immediatamente, annunciando, quasi a mò di ammonimento nei riguardi del Carroccio, che "ci saranno sorprese" e che "tutto si concluderà quando avrò l'intero panorama chiaro". Berlusconi ha precisato che la decisione sulla composizione della squadra di governo spetterà a lui, sottoponendo al presidente della Repubblica, al momento opportuno, i nomi della formazione. Non mancano del resto ancora nodi da sciogliere, come il destino di Formigoni (nella foto) alla presidenza della Regione Lombardia. Formigoni avrebbe sentito Berlusconi per telefono, e i due avrebbero deciso di fissare un incontro per martedì. Tra le varie probabilità, ci sarebbe la nomina di Formigoni alla guida del Senato, sebbene all'ottenimento della stessa carica sembra vicino anche Schifani. Verosimile anche l'ipotesi di un accorpamento di Attività produttive e Commercio estero in un superministero presieduto dal governatore lombardo. Ma il Cavaliere si trova a dover fronteggiare anche un'altra questione, la cui mancata soluzione provocherebbe non pochi problemi: il malcontento della Dca, il cui portavoce, Alfredo Tarullo, a seguito del vertice di Arcore, ha affermato attraverso una nota: "Senza una presenza del partito in Consiglio dei ministri restiamo fuori dal governo e da tutti gli incarichi parlamentari". Lo stesso Tarullo ha definito il segretario nazionale della Dca Gianfranco Rotondi "molto irritato, da giovane vecchio democristiano", a causa della "circostanza grottesca e inedita" provocata dall'annuncio entusiastico di Bossi.
E Veltroni gusta già le "prime contraddizioni" - Non ha perso tempo il leader del Pd Walter Veltroni, dalla sua posizione di nuovo capo dell'opposizione e, di fronte alle difficoltà d'intesa in casa Pdl, non risparmia commenti taglienti quando afferma: "Vedo già contraddizioni e smentite, e una compagine di governo che ricalca quella del 1994".

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Elezioni, trionfano Pdl-Lega, governo a Berlusconi

L'alleanza Pdl-Lega-Mpa trionfa su Pd-Idv. E' boom per la Lega. Flop della Sinistra-Arcobaleno, rimasta fuori dal Parlamento

Milano. I primi exit poll della giornata, che davano una differenza tra le coalizioni Pdl-Lega-Mpa e Pd-Idv di soli due o al massimo tre punti percentuali, erano stati rapidamente smentiti, come tradizionalmente capita nel corso dello scrutinio. E alla fine questo atteso 14 aprile si è concluso senza particolari colpi di scena, con il netto trionfo della coalizione guidata da Silvio Berlusconi. Il Pdl, forte della presenza della Lega nella sua alleanza, ha letteralmente surclassato la coalizione di Veltroni, aggiudicandosi al Senato la vittoria con il 47,2% delle preferenze contro il 38,1% dei voti ottenuti dal Partito democratico e dall'Italia dei valori. Alla Camera l'alleanza guidata dal Popolo della Libertà si è aggiudicata il 46,6% dei voti, contro il 37,7% delle preferenze andate a quella del Partito democratico Una vittoria tanto marcata che la coalizione di centrodestra potrà vantare una larga maggioranza alla Camera, con 340 seggi contro i 241 destinati a Veltroni, e una maggioranza altrettanto robusta al Senato, con 167 seggi contro i 137 di Pd e Italia dei valori. Premesse che lasciano ben sperare, se si pensa alla maggioranza risicata che contraddistinse lo sfortunato governo Prodi. Dimostrando la sua coerenza, già in serata Walter Veltroni ha riconosciuto la vittoria all'avversario, telefonando a Berlusconi "per augurargli buon lavoro". Il leader del Pdl, alla notizia della vittoria, si è detto commosso e non ha mancato di esprimere il proprio entusiasmo preannunciando la squadra di governo che intende nominare, composta da 12 ministri di cui 4 donne. Il Cavaliere ha anche affermato la sua apertura al dialogo sulle riforme. Ma a segnare particolarmente le elezioni 2008 è stato sicuramente il vero e proprio "boom" della Lega, che ha incassato una percentuale di voti pari all'8,1%, e conterà a Palazzo Madama su un numero di 22 senatori. "Avete visto che destro è venuto dal popolo, che destro popolare" ha affermato fiero il leader del Carroccio Umberto Bossi dopo le prime proiezioni, precisando che la Lega manterrà i patti con Berlusconi, nei quali, ha specificato, "c'è il federalismo fiscale". Ha parlato di "opposizione costruttiva" il leader Udc Casini, ormai completamente fuori, per sua scelta, dalla coalizione di centrodestra. Per altre frange politiche il destino non è stato roseo, riservando tristi sorprese. Come nel caso del flop della Sinistra-Arcobaleno di Fausto Bertinotti, che ha registrato un consenso pari al 3,2% e sembra destinata a sparire dal Parlamento. Una sinistra sconfitta che, come affermato dal suo stesso leader, addebita la propria sconfitta all'aver appoggiato il governo Prodi nella scorsa legislatura. Bertinotti si è subito dimesso dagli incarichi dirigenziali. Stessa sorte per il Partito socialista, che ha ricevuto lo 0,8% dei voti, portando il suo leader Boselli alla decisione di rassegnare le dimissioni. Parte dunque la nuova avventura politica di Berlusconi, la sua terza esperienza al governo. Il cammino di un "presidente di tutti gli italiani", quale più volte ha detto di voler essere, che promette di "governare per 5 anni difficili ma anche decisivi per il paese". E, per concludere, non ha negato l'onore delle armi a Veltroni, del quale ha gradito la telefonata per augurargli buon lavoro.

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Palermo, sparite 100 schede del Senato

Palermo. A poche ore dalla chiusura delle urne, prevista per le 15 di questo pomeriggio, a suscitare non poco scalpore è stata la scoperta, a Palermo, della scomparsa di 100 schede elettorali del Senato, timbrate ma ancora in bianco. La Digos del capoluogo siciliano ha immediatamente aperto un'indagine per far luce sull'accaduto, dopo la denuncia presentata dal presidente del seggio che si trova nella scuola elementare "Giovanni Falcone". Intanto l'affluenza alle urne, almeno fino alle 22 di ieri sera, non è aumentata: a votare per la Camera è stato il 62,5% degli aventi diritto, dato inferiore alle precedenti elezioni, quando a esprimere il voto era stato il 66,5% degli elettori. I dati di affluenza per le amministrative, invece, vanno in tutt'altra direzione: alle comunali ha votato il 60,6% contro il 55,1% degli elettori registrato nelle precedenti elezioni omologhe. Alle provinciali ha votato il 57,1% contro il 44,6% degli aventi diritto alle precedenti elezioni.
Lo scrutinio - Lo spoglio prenderà avvio al termine delle operazioni di voto e di riscontro dei votanti, a partire dall'analisi delle schede del Senato. Gli scrutini per le amministrative (regionali, provinciali e comunali) sono invece previsti per domani, martedì 15 aprile, a partire dalle ore 14.

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Al via il voto, alle 19 ancora affluenza in calo

Roma. Non sembra vero, abituati come eravamo ormai a sorbirci quotidianamente i tradizionali discorsi tenuti dai politici per tutto il corso della campagna elettorale, tra polemiche su spazi televisivi e par condicio, eppure il fatidico election day è arrivato. Da questa mattina alle 8, fino alle 22, i seggi resteranno aperti per consentire agli elettori di esprimere la propria preferenza. Sarà possibile votare anche domani dalle 7 alle 15. Saranno 47 milioni gli aventi diritto chiamati a votare, anche se l'ultimo dato parziale reso noto dal ministero dell'Interno comunica che alle 19 di questa sera l'affluenza per le elezioni politiche è stata del 49,166%, dato in calo rispetto alle politiche del 2006, quando alla stessa ora aveva votato il 52,463 degli elettori. Oltre che per la composizione del Parlamento, per il quale saranno eletti 618 deputati e 309 senatori, in questa tornata si vota anche per il rinnovo di 423 consigli comunali (di cui 9 capoluoghi di provincia: Brescia, Sondrio, Treviso, Massa, Pisa, Roma, Viterbo e Pescara), oltre a Udine, in Friuli Venezia Giulia, Regione a Statuto speciale; 8 consigli provinciali e due Regioni: Friuli Venezia Giulia e Sicilia (in Valle d'Aosta il 25 maggio). Gli eventuali ballottaggi per le amministrative saranno il 27 e 28 aprile. I primi risultati delle elezioni verranno comunicati domani sera, mentre per le amministrative bisognerà attendere martedì.
A Matrix l'ultima bufera - In quello che doveva essere il giorno del "silenzio elettorale", non è mancata l'ultima bufera di questa campagna elettorale: la polemica del Pd nei confronti di Matrix, il programma di Mentana, che venerdì sera ha ospitato Veltroni e Berlusconi per il loro ultimo appello agli italiani. "E' decisamente strano che l'intervento di Veltroni sia stato interrotto da una pubblicità di 4 minuti con 10 prodotti e quella di Berlusconi da una pubblicità di un solo minuto e mezzo con 5 prodotti", ha denunciato Ermete Realacci. E il capogruppo del Pd in Vigilanza, Fabrizio Morri, ha promesso di presentare un esposto all'Autorità garante delle Comunicazioni (Agcom). Anche La Destra e l'Udc si sono uniti nella polemica contro la violazione della par condicio da parte del leader del Pdl. Da parte sua, il Garante per le Comunicazioni ha precisato che non interverrà su queste denunce, ma ha ricordato a tutte le tv l'obbligo di rispetto del silenzio elettorale, scattato a mezzanotte di venerdì.
I candidati premier - I leader in campo sono 32. Tra questi, i dieci principali sono: Walter Veltroni (Partito Democratico, Idv), Silvio Berlusconi (Pdl, Lega Nord, Mpa), Fausto Bertinotti (La Sinistra l'Arcobaleno), Pier Ferdinando Casini (Unione di Centro), Flavia D'Angeli (Sinistra Critica), Giuliano Ferrara (Aborto? No Grazie), Marco Ferrando (Part. Comunista dei Lavoratori), Daniela Santanchè (LA Destra-Fiamma Tricolore), Roberto Fiore (Forza Nuova).
Come si vota - I colori permettono una immediata individuazione delle varie schede elettorali: la scheda è rosa per la Camera, gialla per il Senato, verde per le provinciali, azzurra per le comunali. Sia per la Camera sia per il Senato l'elettore esprime il voto tracciando un solo segno sul contrassegno della lista prescelta, anche in caso di liste collegate in coalizione, pena la sua validità. Ma se il segno dovesse parzialmente invadere altri simboli il voto verrà comunque assegnato a quello su cui insiste la parte prevalente del segno stesso. È vietato scrivere sulla scheda il nominativo dei candidati. Nelle elezioni provinciali non è ammesso il voto disgiunto, cioé il voto per un presidente della provincia di un gruppo o di un gruppo di liste e per un candidato al consiglio provinciale di un altro gruppo o gruppo di liste. Per quanto riguarda le comunali, nei comuni con più di 15mila abitanti è consentito il voto disgiunto. Si può anche esprimere un voto di preferenza per un candidato alla carica di consigliere comunale, scrivendone il nominativo (solo il cognome o, in caso di omonimia, il cognome e nome e, ove occorra, la data e il luogo di nascita) alla destra del contrassegno della lista.

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Liberati i marinai dello yacht sequestrati dai pirati

Parigi. Dopo una settimana di tensione, i pirati che lo scorso 4 aprile avevano preso in ostaggio i 30 marinai presenti sullo yacht francese "Le Ponant" al largo della Somalia, hanno deciso di liberare l'equipaggio del panfilo. Ad annunciarlo è stato il presidente francese Nicolas Sarkozy che, come espresso in un comunicato dell'Eliseo, "esprime la sua profonda gratitudine alle forze armate francesi e a tutti i servizi di stato che hanno permesso una rapida e pacifica soluzione per la liberazione degli ostaggi". Una liberazione il cui svolgimento tuttavia non è ancora chiaro: non si sa infatti se i sequestratori si siano arresi a seguito di un possibile blitz operato dalle forze speciali, o abbiano gettato la spugna di fronte alla semplice strenua presenza delle stesse forze. Non si sa nemmeno se sia stato pagato un riscatto per risolvere la questione. Dei 30 componenti dell'equipaggio, 22 sono francesi, comprese sei donne, e il resto ucraini e coreani.

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Somalia, pirati assaltano uno yacht francese

Parigi. Lo yacht francese "Le Ponant", in navigazione tra la Somalia e lo Yemen, è stato sequestrato da pirati nelle acque del Golfo di Aden, davanti al Corno d'Africa. Gli uomini, armati, hanno agito per mezzo di due veloci imbarcazioni, prendendo in ostaggio le 30 persone presenti sul panfilo. Gli ostaggi fanno tutti parte dell'equipaggio, dato che lo yacht stava compiendo un viaggio di trasferimento, provenendo dalle Seychelles e diretto verso il mar Mediterraneo. La zona in cui è avvenuto l'assalto è considerata strategica dagli stessi pirati, che periodicamente assaltano le navi in passaggio. Immediata la reazione di Parigi, che ha ordinato la mobilitazione delle forze navali francesi e statunitensi, costantemente in allerta e pronte ad intervenire secondo un preciso piano di allerta-pirati. Le autorità marittime francesi hanno assicurato che "non sono stati sparati colpi d'arma da fuoco". "Le Ponant" è un trialbero da 850 tonnellate, attrezzato con 32 cabine per 64 passeggeri, contiene diversi salotti, bar e un ristorante, ed è una delle tre unità gestite dalla società armatrice CMA-CGM di Marsiglia per crociere nella regione del Golfo, tra l'Egitto e la giordana Aqaba e lungo la costa dell'Oman.

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Déjà vu

ASPETTANDO CHE I GRILLI PARLINO
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Sarà che non mi tengo abbastanza informato e alla fine notizie all’ordine del giorno mi scombussolano come se si trattasse di fatti surreali, di vere e proprie prese per i fondelli. Questa sera, guardando la tv con la consapevolezza che pesci d’aprile il 2 del mese non se ne vedono, ho appurato che qualche buffonata, specie se di matrice politica, si può sempre trovare. L’artefice dell’ultimo scherzo politico degno di nota è il segretario nazionale del movimento No Euro Renzo Rabellino che, del tutto intenzionato a farsi valere alle prossime elezioni, si ostina a difendere la sua operazione Alias. In cosa consiste? Semplice: consiste nel candidare nelle varie regioni degli omonimi di personaggi politici, per risultare in questo modo più visibili. Così al Senato, per restare in tema di grilli, dato che la lista si chiama “No Euro - Lista dei Grilli Parlanti”, è stato candidato un certo Giuseppe Grillo, detto Beppe, e ovviamente non si tratta dell’agguerrito comico dallo stesso nome. Quando ho sentito che il secondo in lista si chiama Pericle Barlusconi ho capito che la politica italiana sa toccare vette di originalità impareggiabili al mondo. Dal canto suo, il “vero” Beppe Grillo ha denunciato l’accaduto, chiedendo il ritiro d’urgenza della lista “NO EURO – LISTA DEL GRILLO” . L’udienza si terrà al Tribunale di Roma il 4 aprile. E speriamo che i veri grilli, a nome della poca onestà rimasta nel nostro Paese, parlino davvero.

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Ratzinger elogia Wojtyla:" qualità soprannaturali"

In piazza San Pietro, per il terzo anniversario della morte di Wojtyla, Benedetto XVI ha elogiato il predecessore:"aveva qualità soprannaturali"

Roma. Nel giorno in cui si celebra il terzo anniversario della morte di Papa Giovanni Paolo II, di fronte ad un'immensa folla di oltre 60 mila fedeli acclamante Wojtyla al grido di "Santo subito", Benedetto XVI ha elogiato il suo predecessore durante la messa solenne celebrata in piazza San Pietro, lodandone le "qualità soprannaturali", tra le quali spiccava "un'eccezionale sensibilità spirituale e umanistica". Una schiera di cardinali ha affiancato Papa Ratzinger per la celebrazione della messa, tra i quali l'arcivescovo di Cracovia, Stanislao Dziwisz, il decano del collegio cardinalizio Angelo Sodano, il vicario Camillo Ruini, l’arciprete della Basilica di San Pietro, Angelo Comastri, il cardinale polacco Stanislao Rylko. Tutti presenti a testimoniare l'importanza di una data, il 2 aprile appunto, destinata a rimanere "impressa nella memoria della Chiesa", come ha sottilineato lo stesso Benedetto, che ha affermato: "La data del 2 aprile è rimasta impressa nella memoria della Chiesa come il giorno della partenza da questo mondo del servo di Dio Papa Giovanni Paolo II. Riviviamo con emozione le ore di quel sabato sera, quando la notizia della morte fu accolta da una grande folla in preghiera che gremiva Piazza San Pietro". Cariche di emozione, poi, le parole pronunciate da Ratzinger nel prosieguo del suo elogio:" Per diversi giorni la Basilica Vaticana e questa Piazza sono state davvero il cuore del mondo. Un fiume ininterrotto di pellegrini - ha aggiunto - rese omaggio alla salma del venerato pontefice e i suoi funerali segnarono un’ulteriore testimonianza della stima e dell’affetto, che egli aveva conquistato nell’animo di tantissimi credenti e di persone d’ogni parte della terra". In serata, il cardinale polacco Stanislao Rylko, presente al fianco di Giovanni Paolo II nelle sue ultime ore, reciterà nelle grotte vaticane un rosario insieme a Ruini e Comastri in presenza di un gruppo di giovani, davanti alla candida lapide di Giovanni Paolo II.

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Il pesce d'aprile impazza in giro per il mondo

NON HA LASCIATO indenne nessuno, se non pochi, tra politici di spicco, vip del mondo dello spettacolo e first lady di tutto il mondo, il pesce d'aprile di quest'anno, che puntualmente ha fatto la propria insospettabile apparizione, favorito da quei media - e non sono pochi - che, se spesso si vedono testimoni e narratori di vizi e stravaganze della società, almeno una volta l'anno si prendono la libertà di essere loro a prendere in giro il mondo, con burle in certi casi preparate ad arte. Ad aprire le danze, in Italia, è stato senz'altro il pesce d'aprile anticipato dell'emittente Telelombardia, che ieri ha emesso un falso comunicato contenente una dichiarazione del Cavaliere. Berlusconi avrebbe detto che, in caso di pareggio al Senato, la soluzione migliore sarebbe stato "un governo di buon senso, non di parte", e avrebbe fatto i nomi di Mario Monti e Massimo Cacciari, come possibili ministri. E' stato lo stesso leader del Pdl, subito accortosi della simpatica burla, a smentire tali dichiarazioni, anche se la notizia non ha mancato di sconvolgere la già concitata campagna elettorale.
E Giulietta decise di vendersi il balcone - A Verona il pesce d'aprile, per la gioia di migliaia di turisti e passanti curiosi e divertiti, ha davvero colpito nel segno. Sullo storico balcone di Giulietta, è apparsa oggi la scritta "in vendita". Chi sa che qualcuno non ci faccia davvero un pensierino.
Il sito di Palazzo Chigi ora anche in esperanto - E' senz'altro una delle più stravaganti burle internettiane, quella apparsa oggi sul portale del governo italiano, che ha presentato una pagina completamente in esperanto.
Inghilterra, Brown ha deciso: la Bruni ministro - In Inghilterra il pesce d'aprile non poteva non lasciare il segno. E' stato proprio il premier britannico, come comunicato dal quotidiano britannico The Guardian, a lanciare una simpatica burla, annunciando la sua decisione di aver assunto la first lady francese Carla Bruni come "ministro dello stile, per imprimere una svolta glamour alla vita quotidiana dei suoi concittadini".
Australia, il Papa celebrerà una messa per i gay - I media australiani si spingono fino all'ironia pungente, affermando che il Papa celebrerà una messa dedicata ai gay per la Giornata mondiale della gioventù il prossimo luglio a Sydney.

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