
martedì 30 ottobre 2007 Pubblicato da Corrado Cancemi
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domenica 28 ottobre 2007 Pubblicato da Corrado Cancemi
All'Assemblea costituente del Pd, Veltroni evidenzia i punti da seguire: sostegno a Prodi e alleanze "con chi si dichiarerà d'accordo"
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martedì 23 ottobre 2007 Pubblicato da Corrado Cancemi
Un dossier della Confesercenti rivela la dura realtà: un fatturato di 90 miliardi, il 7% del Pil, per un totale di 160 mila vittime del racket
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lunedì 22 ottobre 2007 Pubblicato da Corrado Cancemi
Per la "Settimana della Conciliazione" un booklet a fumetti informa divertendo sulle procedure conciliative
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venerdì 19 ottobre 2007 Pubblicato da Corrado Cancemi
Karachi. Non le hanno lasciato nemmeno il tempo di prendere una boccata d'aria, dopo una giornata estenuante e carica di intense emozioni, tra gioie, speranze e qualche lacrima. Nascosti tra la folla che inneggiava al premier Benazir Bhutto, rientrata nel suo Pakistan dopo otto anni di esilio in Inghilterra per le accuse di corruzione, gli stessi attentatori ai quali nei giorni scorsi il leader del Ppp aveva deciso di smettere di rivolgere le proprie preoccupazioni, non hanno perso tempo a mettere in pratica il loro piano per liberarsi dello scomodo personaggio che potrebbe cambiare le sorti del Pakistan. Così, nel giro di qualche attimo, un'autobomba, forse due, sono esplose a ridosso del pubblico in festa. Una vera carneficina, costata la vita a oltre cento civili. Bibi, come la chiamano simpaticamente i suoi sostenitori, è stata subito portata in salvo. E' rimasta illesa grazie alla protezione dei militanti del suo partito, della polizia e dei "Benazir Jambaz", una brigata di cinquemila martiri schierati dal Ppp proprio in previsione di possibili attentati che sarebbero stati organizzati all'arrivo della Bhutto a Karachi, e pronti dare la vita pur di proteggerla. "Non è stata opera dei militanti islamici, ma dell'intelligence guidata dal governo", è l'accusa rivolta dal marito del premier agli 007 locali, sottolinendo come, a suo parere, dietro l'attentato non si possano celare i guerriglieri islamici. Ieri Benazir Bhutto, figlia dello storico leader del Ppp Zulfikar Alì Bhutto, condannato a morte nel 1979, appena scesa dal Boeing della Emirates, è stata accolta da oltre 250 mila persone che hanno deciso di affidare a lei, sventolando gli enormi striscioni tinti con i colori del partito popolare nero, rosso e verde, le proprie speranze di una vita più degna, in cui si possa abbattere l'incubo di dover vivere con soli due dollari al giorno. Ma il numero elevato di guardie a difesa della Bhutto tradivano l'aria apparentemente tranquilla della festa. E infatti, a tarda notte, la carneficina è arrivata davvero. Le speranze vengono adesso riposte sulla decisione che a giorni dovrebbe giungere dalla corte Suprema, la quale è la sola in grado di sbloccare l'attuale stallo politico, e lo farà pronunciandosi sulla legittimità o meno del ruolo di capo dello Stato pakistano detenuto da Musharaf. In questo modo sapremo se sarà possibile un tandem tra Pervez Musharaff e Benazir Bhutto. Per ora, Musharaff non si è presentato alla festa di accoglienza della presidente a vita del Ppp, dimostrando come, al di fuori di Karachi, una cospicua parte del paese non sia stata favorevole al suo ritorno.
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mercoledì 17 ottobre 2007 Pubblicato da Corrado Cancemi
New York. La visita di tre settimane del Dalai Lama negli Usa si concluderà oggi con la cerimonia nel corso della quale il Congresso degli Stati Uniti incoronerà il capo politico e spirituale del Tibet con l'onorificenza più alta che possa ricevere un civile in America, la medaglia d'oro del Congresso, la stessa onorificenza che fu appuntata sul petto di Winston Churchill e Nelson Mandela. Un evento che, seppur organizzato nel massimo riserbo, non poteva passare inosservato. E inutili sono apparse alla Cina le dichiarazioni di uno dei portavoce della Casa Bianca che, in risposta alle accuse di "ingerenza negli affari interni della Cina" mosse dal ministero degli Esteri di Pechino, ha precisato:"Non si tratta assolutamente di ingerenza: il Dalai Lama non è ricevuto come un capo di stato, ma come un leader spirituale". Pechino non accetta spiegazioni, e il portavoce del ministero degli Esteri Liu Jianchao ribadisce con fermezza:"Questo gesto danneggerà seriamente le relazioni tra Cina e Stati Uniti". In effetti, che il Dalai Lama sia stato ricevuto in qualità di leader spirituale del Tibet o di capo dello stato tibetano, poco cambia. E lo dimostrano le parole soddisfatte del portavoce del leader spirituale, Lodi Gyari, che considera l'omaggio del Congresso al Dalai Lama un evento di estrema inportanza, e sicuramente determinante per le sorti future del popolo tibetano. Di certo, l'evento svoltosi in queste settimane, nel corso delle quali George Bush e il Dalai Lama hanno avuto un colloquio privato di trenta minuti, ha assunto l'aspetto di uno schiaffo alla Cina, e richia di dare luogo ad una crisi diplomatica simile a quella esplosa la scorsa settimana con la Turchia, che si è sentita offesa per la definizione di genocidio data al massacro del popolo armeno dal Congresso americano. Di certo, l'attivismo del leader democratico Nancy Pelosi, che si cela dietro a queste scelte, ha colpito ancora.
Nella foto, in alto: l'incontro precedente tra Il Dalai Lama e George Bush, svoltosi il 23 maggio 2001. Di recente il leader del Tibet, premio Nobel per la pace nel 1989, è stato ricevuto in Germania dalla cancelliera Angela Merkel, con il conseguente annullamento dell'incontro tra Cina e diplomatici tedeschi operato per protesta da Pechino. Nel giugno scorso, il premier australiano Horward ha dovuto annullare la visita del Dalai Lama per evitare crisi diplomatiche. Anche il premier Romano Prodi, lo scorso anno, ha preferito fare la stessa scelta.
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martedì 16 ottobre 2007 Pubblicato da Corrado Cancemi
Roma. Tre milioni di italiani, a dispetto di qualunque pronostico, si sono recati domenica alle urne per esprimere la propria preferenza sul futuro segretario del nascente Partito Democratico. Una votazione che l'opinone pubblica ha definito plebiscitaria, con un neo segretario Walter Veltroni che si è aggiudicato la vittoria con una percentuale di voti pari al 75,6%, lasciando alle proprie spalle Rosy Bindi, ferma al 14,4%, ed Enrico Letta, a quota 10,1%. Un successo per il sindaco di Roma, dunque, votato da 3 elettori su 4. Gli altri candidati al titolo, Mario Adinolfi e Piergiorgio Gawronski, sono rimasti fermi entrambi a quota 0,1%. Ma, al di là delle cifre numeriche e di un pizzico di giustificata delusione per chi non è riuscito a realizzare il proprio obiettivo di diventare il primo leader del nuovo Pd, i cinque candidati alla leadership si sono dichiarati soddisfatti per la grande partecipazione popolare, che rappresenta uno spiraglio di luce tra il grigiore degli ultimi mesi, in cui la politica italiana si è vista soffocata dalle critiche mosse contro le faglie del suo sistema. Quello di domenica, infatti, a prescindere dalla vittoria di Veltroni, va letto soprattutto come il segnale di un importante punto a favore dei "cantieri democratici". E' per questo che il ministro per la Famiglia Rosy Bindi ha precisato che "non consegneremo il partito al segretario, lo faremo tutti insieme. Sarà un partito di popolo, non vogliamo un partito del leader". E il terzo classificato, Enrico Letta, ha orgogliosamente definito "una festa" l'esperienza che lo ha visto partecipe in questi mesi, affermando che da questi risultati il governo esce rafforzato. Il primo segretario del Partito democratico, Walter Veltroni, si è presentato con un aspetto radioso ieri sera ai cronisti, al termine degli scrutini, dicendo soddisfatto che "tre milioni e 300 mila persone hanno detto che c'è un'Italia possibile, nuova, serena, che non urla, che non odia, che vuole un cambiamento profondo nella politica e nel Paese". E va al sodo, quando, in risposta alle affermazioni della Cdl che ha sminuito l'importanza di questo evento, controbatte affermando che lo schema del centrodestra "è vecchio e corrisponde ad una vecchia stagione politica italiana". Veltroni ha poi presentato i principi base che il Pd seguirà:"Non sarà un partito di correnti, e il 50% degli organismi dirigenti sarà composto da donne. Non sarà un partito che nasce dal leader o per un leader, ma per le persone reali, per questo paese reale". Grande soddisfazione ha espresso infine il premier Romano Prodi, affermando che se il centrodestra usasse strumenti analoghi a quelli che hanno permesso la nascita del Pd e il successo elettorale di domenica, farebbe un passo avanti. Se quello di ieri rappresenta un risultato importante o meno per determinare un cambiamento nella tormentata condizione della politica italiana, sarà il futuro a dirlo. Al momento resta una sola certezza: in un clima politico teso, con un'opposizione che cerca continuamente di infliggere il colpo decisivo al governo, una spallata è arrivata davvero, e a farne le spese è stata l'antipolitica.
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lunedì 15 ottobre 2007 Pubblicato da Corrado Cancemi
di Cancemi Corrado
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domenica 14 ottobre 2007 Pubblicato da Corrado Cancemi
Dal sondaggio emerge un rifiuto dei lettori nei confronti di possibili perforazioni petrolifere nel Val di Noto
Il Pennarello giallo. A poche ore dal termine del sondaggio sulla possibilità di effettuare perforazioni petrolifere nel Val di Noto, i lettori del blog avevano già espresso il proprio punto di vista su quello che attualmente rappresenta uno degli argomenti più dibattuti in ambito regionale e nazionale. L'81% dei lettori del Pennarello, contro il restante 18%, ha bocciato tale possibilità, rivendicando l'importanza della salvaguardia del patrimonio storico e culturale detenuto dalla città di Noto, che di fatto viene considerata, sotto questo aspetto, uno dei centri più importanti d'Italia. Un esito che si può a buon diritto definire una presa di posizione compatta contro la possibilità che la Panther Oil, in virtù del decreto di autorizzazione rilasciatole dall'assessore regionale all'industria il 31marzo 2004, dia l'avvio ad un'attività di perforazione nel vallo, tesa a sfruttare le risorse petrolifere presenti nel sottosuolo. Il punto di vista dei lettori che hanno vinto questo sondaggio riflette quello della Cgil, che da anni lotta contro il progetto di sfruttare le risorse petrolifere del Val di Noto al fine di incrementare lo sviluppo economico della regione, puntando piuttosto alla protezione del vallo, che è stato riconosciuto da tempo, proprio per i suoi beni culturali e agricoli, Patrimonio dell'Umanità Unesco. Quali saranno i risvolti decisivi al termine di questa vicenda non si può ancora immaginare, dato che negli ultimi anni abbiamo assistito ad una successione di atti, decisioni del Tar, e ambigue prese di posizione da parte delle istituzioni, che si sono rivelate semplicemente inconcludenti.
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martedì 9 ottobre 2007 Pubblicato da Corrado Cancemi
I frati conventuali del Sacro Convento di Assisi hanno espresso un giudizio non unanime sulla mini serie dedicata alla vita di San Francesco
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venerdì 5 ottobre 2007 Pubblicato da Corrado Cancemi
Speranze positive per gli esiti futuri di un accordo che segna la fine dell'ultimo conflitto della guerra fredda
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giovedì 4 ottobre 2007 Pubblicato da Corrado Cancemi
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mercoledì 3 ottobre 2007 Pubblicato da Corrado Cancemi
Dopo tre giorni di attesa, ieri l'inviato dell'Onu Gambari ha incontrato il generale Thang Shwe
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